Antica Grecia, V secolo a. C. Due giovani di città diverse, due combattenti, lo spartano Arcade e l’ateniese Etèocle, vivono senza sapere del legame di sangue che li unisce. Il primo è un uomo forte e deciso, che sogna la gloria militare e desidera una relazione libera con la donna che ama; il secondo è più pacato e introspettivo, interessato prima di tutto a trovare una dimensione all’interno di una società che non comprende più ed è tormentato da un passato pieno di dolore. Dopo aver combattuto come avversari, la scoperta di essere fratelli sconvolge le loro certezze. Delusi e traditi, perché sentono di aver perso i valori della patria, abbandonano la loro missione per mettersi alla ricerca del padre perduto, per scoprire la verità nascosta dietro un silenzio durato tanti anni. Li aspetta un lungo viaggio, pieno di pericoli e di incontri inaspettati, che li porterà a una rivelazione finale, che cambierà per sempre le loro vite.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Sono appena riemerso dai tempi dell’Antica Grecia. Un viaggio fino al V Secolo a.C., oltre 2400 anni indietro nel tempo attraverso le parole di Fabrizio Roscini.
Ho assistito a battaglie passate alla storia all’interno del conflitto tra Atene e Sparta, le due super potenze dell’epoca. Porto con me i segni di queste battaglie, il calore della terra, il sudore degli avversari con cui mi sono scontrato, l’angoscia e la paura di non sopravvivere, di non tornare a casa. L’autore si inserisce nella “macrostoria” che abbiamo studiato a scuola, con un racconto che risalta i valori più importanti per un essere umano: la libertà, il senso di appartenenza ad un popolo e ad un territorio, l’amicizia e la fratellanza.
Atene e Sparta, le grandi poleis del suo mondo, stavano perendo giorno dopo giorno in una guerra fratricida, e sembravano non accorgersene.
Arcade è uno Spartano dal temperamento forte e deciso, dallo spirito battagliero con il sogno di una Sparta che abbia il predominio sulla penisola ellenica. Nonostante lo scetticismo del padre per la sua giovane età, si distingue nelle battaglie in cui partecipa al fianco del grande condottiero Brasida, personaggio realmente esistito.
Si ricordò di uno spettacolo cui aveva assistito: uomini giunti dall’Oriente che asserivano di compiere magie ed effettivamente erano riusciti a impressionarlo. Dei giovani leoni ruggivano furenti nelle gabbie e quegli uomini neri, con semplici gesti delle mani, erano riusciti a controllarne i movimenti e le reazioni. Erano passati tanti anni, ma lui, da quel momento, si era sempre sentito come quelle fiere, in gabbia e sottomesse al volere di altri”
Etèocle è un ateniese che, al contrario, la guerra se la ritrova davanti. Nato da padre ignoto e una madre scomparsa quando lui era molto piccolo, ha alle spalle un passato pieno di dolore. Cresciuto dallo zio Antigono e dal nonno Dioniso, è un ragazzo che più di una volta all’interno del racconto “smarrisce la via”. La logica della guerra tra Atene e Sparta, oggi nemiche dopo essere state alleate per la liberazione della Grecia dai Persiani, non gli appare chiara, anela ad una situazione di pace e prosperità per l’intero popolo ellenico, la vista del sangue in battaglia, amico o nemico che sia, lo sconvolge.
Le parole del nonno gli risuonarono lapidarie in testa: “Combatti per Atene o per te stesso?”. Si rispose da solo con un filo di voce “La verità è che nemmeno io so più chi sono”
Così lontani fisicamente e caratterialmente, eppure così vicini nel destino. Per più di metà libro i due nemmeno si incontrano se non in una apparizione fugace. Uno scontro fulmineo che cambia le sorti del loro cammino. Due vite parallele tra Atene e Sparta con aspirazioni e sogni diametralmente opposti, che incroceranno la via solo nella parte finale del viaggio, alla ricerca del padre.
Ganzak è un persiano, tradito dal fratello e lasciato prigioniero anni prima in terra greca, che si ritrova oggi alla mercè dell’esercito spartano. Abilissimo arciere, è un personaggio che calamita da subito l’attenzione del lettore per il carattere enigmatico e il suo passato travagliato.
I fili intrecciati dal destino beffardo si ricompongono nella loro linearità, permettendo ai protagonisti di trovare il proprio posto nel mondo, la condizione di vita che ogni essere umano ricerca.
“…siamo stati abbindolati dall’impostura del futuro radioso di Atene e trascinati nella democrazia più degenerata. Se vuoi capire chi sei, perchè è questo che mi chiedi, devi prima capire bene in che mondo vivi”
In questo romanzo, l’autore mostra una profonda conoscenza del mondo ellenico: dalle strategie di battaglia alle figure di potere che guidano le poleis, dalle armi utilizzate al turbinio di alleanze che decidono le sorti di Atene e Sparta.
Davvero degni di nota alcuni passaggi filosofici che spezzano il ritmo delle numerose battaglie, soprattutto nella prima parte del romanzo, le quali possono risultare ostiche ai meno esperti o appassionati del genere. Non dimentichiamo che quelli erano gli anni dei primi sofisti come Socrate, padre fondatore dell’etica o filosofia morale. Personaggi che diffondevano il proprio pensiero filosofico tra la popolazione, andando a portare in primo piano l’uomo, le sue conoscenze e capacità dettate dal ragionamento logico e dallo spirito di osservazione degli eventi naturali. Il dogma del “sapere di non sapere”, spinta propositiva alla ricerca della conoscenza, nella consapevolezza di ignorare, in senso buono, di non conoscere.
Allo stesso modo Arcade ed Etèocle, si ritrovano alla ricerca del proprio io, di quella dimensione soggettiva che garantisca loro una serenità di vita che, spesso, solo la verità può dare.
Copertina flessibile: 497 pagine
Editore: Leone (21 marzo 2019)
Collana: Orme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8863935254
ISBN-13: 978-8863935257
Link d’acquisto volume cartaceo: La verità del sangue