Cari lettori, bentrovati nella nostra rubrica #intervistailblogger!
Uno spazio in cui incontriamo i blogger come noi, che gestiscono un bookblog, che hanno la passione per i libri, le storie, gli autori e più in generale la parola stampata.
Oggi siamo in compagnia di Cecilia Lavopa del blog “Contorni di noir”
La sua biografia ci dice che è milanese d’adozione e tedesca di nascita, lavora in una compagnia di assicurazioni ed è blogger per passione. Moderatrice per quattro anni del forum di Qlibri, ha fondato Contorni di noir, sito nel quale scrive recensioni di romanzi noir, thriller e gialli e realizza interviste.
Ha intervistato dal vivo autori come Tess Gerritsen, Lee Child, Glenn Cooper, Joe R.Lansdale, Massimo Carlotto, Jonathan Coe.
Ha partecipato a BookCity Milano come presentatrice di autori come: Alan Altieri, Marco Malvaldi e Charlotte Link.
Ha co-presentato (insieme al curatore Riccardo Sedini) Lomellina in Giallo 2012.
Ha presentato al NebbiaGialla 2018 e 2019 (curatore Paolo Roversi) autori nazionali e internazionali.
Nel 2018 ha scritto la sua prima antologia di racconti intitolata “Noir all’improvviso” con I Buoni Cugini Editori.
La trovate su www.contornidinoir.it
Ciao Cecilia, benvenuta nel blog TSD e grazie mille per aver accettato questa intervista.
Iniziamo subito con le domande, perché i nostri lettori sono curiosi di conoscerti
Come è nata l’idea di aprire un blog dedicato ai libri come “Contorni di noir”?
Ciao e grazie dell’invito!
Moderavo un forum parecchi anni fa, nel settore Thriller, giallo e noir. Eravamo circa 3.500 iscritti. I fondatori decisero di chiuderlo e io non volevo perdere le recensioni che avevo pubblicato, così un amico mi suggerì di aprirmi un blog, che all’epoca non era così diffuso come ora. Non sapendo come destreggiarmi, aprii il blog sulla piattaforma di Google, con l’aiuto di blogspot. I primi due anni lo portai avanti da sola, poi le richieste da parte delle case editrici aumentarono così tanto che dovetti tirare dentro un po’ di amici, tutti lettori forti. Ora siamo in sedici, compresi scrittrici e scrittori.
Da cosa deriva la tua passione per il genere noir?
Molti anni fa lessi “Il sole dei morenti” di Jean-Claude Izzo e ne rimasi affascinata. Questo modo di raccontare la storia con una sottile malinconia, la focalizzazione sulla vita dei clochard a Marsiglia. Amo anche lo stile di Carlotto, di Derek Raymond, Edward Bunker, Joe R. Lansdale, Don Winslow. Autori capaci di scrivere romanzi che lasciano il segno, senza nulla togliere al genere thriller o giallo.
Quali sono i requisiti da rispettare per scrivere un vero “noir”?
Luca Crovi scrisse nel 2012 il libro “Noir. Istruzioni per l’uso” edito da Garzanti, nel quale vengono riportati consigli di autori illustri – viventi o meno – per scrivere un vero noir. Posso dirti quello che mi piacerebbe trovare nei noir che leggo io: non dare troppe spiegazioni, leggere di protagonisti non necessariamente positivi, ma più “normali”, quindi capaci di compiere azioni, anche negative, che li rendano umani. E neanche troppo buoni.
Il noir è un genere molto particolare di libro, diverso dai gialli e dai thriller. Quale pensi sia la sua funzione sociale?
Farei un discorso molto più in generale poiché la letteratura, oggi, ha perso molto del suo smalto n termini di denuncia sociale, focalizzandosi molto di più sull’intrattenimento, senza far scaturire quesiti o domande a chi legge… C’è stata una discussione molto interessante sui social su questo argomento, nata da Piergiorgio Pulixi: perché si scrive oggi? Qual è la funzione della scrittura? Non tutti i noir svolgono una funzione sociale, secondo me. Se torniamo al noir di Carlotto, certamente sì: focalizzare l’attenzione sul territorio, come il Nord-Est, dove la criminalità organizzata è ben inserita e celata dalla ricchezza e il benessere. Di queste zone, in Italia ne esistono tantissime e se ne dovrebbe parlare di più, anche attraverso i libri. Ma siamo sicuri che i lettori di oggi sarebbero interessati?
C’è un libro di genere noir che secondo te è un caposaldo che dovrebbe essere letto da qualsiasi appassionato?
“Il lungo addio” di Raymond Chandler. Ma anche “La trilogia di Fabio Montale”, di Jean-Claude Izzo, o “Il potere del cane” di Don Winslow.
Ti è mai capitato di dover recensire in maniera negativa un libro? Come ti sei comportata in tal caso?
Partendo dal presupposto che la lettura è soggettiva, il nostro blog esprime un parere critico nel bene o nel male di un libro. Alcuni apprezzano la nostra obiettività, altri ne sono infastiditi. Ma credo che nel panorama delle recensioni dove tutti i libri sono bellissimi, forse la sincerità potrebbe essere un valore aggiunto. E ripeto “forse”.
Nella gestione del blog ti avvali di diversi collaboratori. Quanto è difficile gestire un team di questo tipo?
È molto difficile, in quanto occorre parecchio tempo da dedicare alla gestione degli articoli e all’organizzazione delle letture… Peraltro, siamo sparsi in tutta Italia (e anche all’estero: Marco A. Piva vive in Scozia) e la complessità è nel garantire la presenza agli eventi ai quali si viene invitati.
Calcola, tra l’altro, che gestisco le pagine sui social da sola…
Quali sono i tuoi rapporti con altri blogger? Collabori ad iniziative come Blog tour e simili?
“Ho visto cose che voi umani…”, nel senso che anche fra blog esiste, a volte, una competitività che trovo fuori luogo. O, al contrario, nascono sinergie con alcuni, come per me nei confronti de La bottega del Giallo di Manuel Figliolini o con Liberidiscrivere di Giulietta Iannone, così come con il web magazine MilanoNera. Sono nate delle amicizie che vanno al di là del blog e ci divertiamo molto!
I blogtour sarebbero delle belle iniziative, se però i blog condividessero gli articoli degli altri, cosa che non sempre avviene – e torniamo allo spirito di competitività di cui sopra. Quindi partecipo davvero poco…
Cosa pensi delle presentazioni dal vivo da parte degli autori? Ti capita di prendere parte a queste iniziative?
Parlo da blogger che presenta gli autori durante le varie rassegne letterarie (l’ultima al NebbiaGialla 2019) e da autrice che ha pubblicato da poco un libro chiamato “Noir all’improvviso” con I Buoni Cugini Editori. Ci sono varie correnti di pensiero in merito e l’ho constatato di persona. Non sempre gli editori organizzano eventi, quindi spesso è un onere a carico dell’autore, che prende direttamente contatti con le librerie, biblioteche, ecc. E non sempre chi organizza eventi, festival e rassegne, prevede un rimborso spese agli autori i quali, anche in questo caso, si auto-tassano.
Considerata la percentuale che va agli scrittori sulle vendite dei libri, quasi mai il gioco vale la candela. Tutte queste considerazioni farebbero pensare che sono contraria, invece penso che attraverso questi eventi nascano nuovi contatti e nuove collaborazioni. E poi è impagabile l’incontro vis à vis…
Ringraziamo ancora Cecilia Lavopa per essere stata nostra ospite.
Appuntamento alla prossima #intervistailblogger!