Trama
Il 13 febbraio 1278 l’Arena di Verona vide tra le sue alte mura il terribile rogo dei Catari. Rex Mundi racconta il contesto storico in cui tutto questo è potuto accadere: le vicende di Ezzelino da Romano e del Comune di Verona, le lotte intestine, la violenza del potere, la dinastia scaligera e l’eterna lotta tra papato e impero. Il romanzo è liberamente tratto da avvenimenti realmente accaduti. Maria Firpo descrive i fatti come avrebbero potuto svolgersi, introducendosi di soppiatto nelle stanze del potere, ascoltando i discorsi dei notabili, cercando nei numerosi libri le cronache descritte. Una profonda commozione ha accompagnato la stesura di queste pagine, perché di là dalle vicende narrate, reale è stata la sofferenza patita da quelle genti lontane. Sullo sfondo rimane Verona, incantevole vittima degli eventi, che si presenta con i suoi luoghi in parte scomparsi, con il suo fiume ancora libero da arginature, con le sue mura e i suoi marmi che ancora oggi raccontano la sua storia.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Non conoscevo così bene la storia di questa città. Dopo la lettura di “Rex mundi – Il rogo dei catari a Verona” di Maria Firpo ne so molto di più.
Il libro ripercorre la storia di quasi tutto il XIII Secolo nella città di Verona, a partire dal periodo in cui al potere troviamo Ezzelino da Romano. Un uomo che oggi potremmo definire tiranno? Sicuramente un uomo forte, di parte ghibellina, amico di Federico II di Svevia Imperatore. Un Signore senza scrupoli nelle battaglie per le sue conquiste e l’annessione dei territori limitrofi alla città di Verona. Addirittura, Ezzelino veniva considerato figlio di una strega, come il fratello Alberico.
Basti citare quanto viene riportato dall’autrice in merito alla perdita del dominio sulla Città di Padova. I messaggeri che portarono a Ezzelino la notizia della caduta di Padova, furono uccisi seduta stante per evitare che la fatale notizia si divulgasse troppo velocemente. E la sua vendetta nei confronti dei padovani non fu da meno:
“E più di 11.000 persone, soltanto fra i cittadini e i soldati padovani e del distretto padovano che si trovavano a Verona, furono posti e detenuti in carcere a Verona. Quell’uomo di perdizione e di inaudita iniquità li fece con l’andare del tempo morire di mala morte, di fame, di sete, di freddo, di stenti, alcuni con la forca altri con la spada, altri con il fuoco. E di tanta massa di prigionieri neanche 200 tornarono a Padova”.
Il libro si apre con la caduta di Ezzelino nella battaglia di Cassano d’Adda, tradito dai suoi stessi alleati, stanchi dei suoi soprusi e della tirannide con cui governava la Marca veneta.
L’autrice è abilissima e profonda conoscitrice della storia Medievale di Verona. Ricompone le tessere del mosaico veronese, attraverso un secolo di storia. Una città Ghibellina, circondata da roccaforti guelfe, per molto tempo in forte contrasto con il Papato che non vedeva di buon occhio un possibile alleato dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, alle porte dello Stato Pontificio.
Il successore di Ezzelino, Mastino della Scala, continua nella sua politica filo-imperiale al punto da ricevere una scomunica ufficiale da parte del Papa Clemente IV, il 18 Novembre 1267. L’accusa: aver appoggiato la discesa del nuovo Imperatore Corradino di Svevia, giunto in Italia per reclamare la corona di Re di Sicilia, che era stata invece affidata dal Papa al francese Carlo I d’Angiò.
L’eterna lotta tra guelfi e ghibellini, ricordata anche dal sommo poeta Dante Alighieri, fa da contorno alla storia legata alla popolazione catara, stanziata nei dintorni di Sirmione dopo essere sfuggiti all’eccidio perpetrato nei loro confronti nel sud della Francia anni prima.
I borghi intorno alla città di Verona erano luoghi accoglienti per queste comunità di catari e di patarini che trovavano, se non un alleato, almeno un non-nemico nella figura di Ezzelino da Romano prima e in quella di Mastino della Scala poi, entrambi ghibellini e fortemente anti clericali.
La scomunica che pesava sulla testa di Mastino, però, lo portò a capitolare e a cedere alle pressanti richieste del vescovo e inquisitore Timidio:
“Fra Timidio, porterò in Consiglio le tue richieste. Ma tu fammi avere prove di questi eretici e di come siano dannosi per la nostra città”
“Non per la città sono dannosi, ma per la salvezza delle nostre anime”
Mastino non capisce, non vuole e non riesce a capire: che male possono fare questi “eretici” alla popolazione di Verona? Loro commerciano, prestano denaro (da qui l’accusa di usurai da parte della Chiesa) e alimentano la prosperità dell’intera cittadina. La Chiesa non lo può permettere e attraverso il braccio armato dell’Inquisizione Romana sfrutta a pieno l’occasione per perseguitare i ghibellini veronesi, accusandoli di proteggere eretici, divenendo essi stessi tali.
La persecuzione dell’eresia, culminata con la prigionia e il rogo, viene descritta in modo molto approfondito da Maria Firpo nel suo libro che si avvicina per buona parte ai toni di un saggio storico, un utilissimo approfondimento della storia del XIII secolo. Le nozioni storiche fanno da cornice a quello che poi diventa il momento apicale del romanzo stesso, la condanna degli eretici.
“Tutti gli uomini muoiono. La morte, infame condanna di questo corpo voluto dal dio Malvagio, concluderà la nostra esistenza rendendoci liberi o ancora prigionieri della materia, in una lunga serie di successive trasformazioni sino alla fine dei secoli. (…) Il nostro Dio buono ci riprenderà nel suo mondo di luce. Da lui non possono derivare i mali che affliggono il mondo, solo l’altra entità maligna è l’artefice della materia, della terra e dei nostri corpi. Solo il demonio ha incarcerato la nostra anima angelica in questa sostanza corruttibile.”
La dottrina catara viene spiegata magistralmente dall’autrice, incastonandola perfettamente negli avvenimenti raccontati, attraverso la prosa di un racconto con protagonisti di fantasia che si relazionano con i potenti personaggi dell’epoca.
E’ un libro che mi sento di consigliare ma è giusto anche informare chi si appresta a leggerlo, che molte nozioni storiche vengono riportate tra le pagine di questo romanzo. La situazione politica del tempo è descritta con molta accuratezza e ricca di dettagli. Si denota la grande preparazione dell’autrice che riporta in vita le vicende storiche di una città che ama nel profondo.
Copertina flessibile: 352 pagine
Editore: Sometti (25 giugno 2017)
Collana: Narrativa
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8874956665
ISBN-13: 978-8874956661
Link d’acquisto volume cartaceo: Rex Mundi – Il rogo dei catari a Verona
C’è l’ ho da leggere. La tua brillante recensione lo ha avvicinato alla sommità della mia pila della vergogna ( pila di libri ancora da leggere)