Trama
In un contesto storico-geografico preciso e definito, descritto con pennellate chiare e decise (frutto di ricerca seria e approfondita),
Ildegarda di Bingen si trova a vivere e agire incontrando personaggi di ogni estrazione sociale; condivide esperienze e situazioni di vita con le consorelle e i monaci benedettini “vicini di casa”, con nobildonne e cavalieri, prelati e abati, donne, uomini e ragazzi del popolo più umile. I fatti coinvolgono i protagonisti, che vengono descritti nella loro natura essenziale, ma completa. Alla descrizione dei luoghi ed alla narrazione dei fatti si fonde l’introspezione psicologica dell’anima dei singoli personaggi e l’analisi del contesto sociale e culturale in cui vivono e agiscono.
Quasi fosse un giallo-poliziesco il racconto si snoda narrando alcuni omicidi alla cui soluzione Ildegarda dà un contributo essenziale. Fatti e personaggi di fantasia si amalgamano con luoghi, persone e situazioni storiche. Intreccio narrativo e connotazione storica si fondono arricchendosi reciprocamente, senza stridere né contrastarsi, ma esaltandosi e valorizzandosi a vicenda.
Recensione a cura di Flavia Zaggia
La vita non fa regali. La vita è dura, crudele, anzi spietata. Lo sa bene il piccolo
Mateus che ogni giorno prova sulla propria pelle la cattiveria di un uomo che chiama papà, un uomo che invece di proteggerlo lo punisce per il solo fatto di essere venuto al mondo.
…. non ricordava un giorno senza dolore e senza quel rauco urlo a fargli da sottofondo. Gli perforava le orecchie, gli trafiggeva la mente trasformandosi in un’onda travolgente di luce che finalmente lo inghiottì, trascinandolo nel buio senza fine…
Una notte il piccolo riesce però a scappare, a fuggire da quell’inferno che è la sua casa, da quella violenza senza senso, fugge dall’uomo che in preda alla rabbia ha ucciso la sua sorellina, dalla madre che non ha saputo difenderli e nella notte, ferito e dolorante, si addentra nel bosco e si arrampica su un albero aspettando la luce dell’alba.
Solo il giorno dopo si accorge di essere arrivato vicino ad un’abbazia e per la prima volta nella sua vita vede delle monache che parlano con un cavaliere. Una di loro è
Madre Ildegarda, la badessa. Mateus ne rimane così affascinato che quando lei con parole dolci lo invita a seguirla per farsi curare le ferite, capisce di essere finalmente al sicuro.
…Si muoveva lieve, fendendo l’aria come l’ala di un uccello. Intorno a loro il turbinio dei fiocchi era cessato, quasi che il vento stesse a rispettosa distanza…Si muoveva leggera e pareva che il nevischio le danzasse intorno senza osare posarsi sul saio di povera lana che indossava…
All’interno delle mura del convento, dove il tempo è scandito dal suono della campana, inizia per lui una nuova vita fatta di studio e lavoro sotto l’attenta guida di
sorella Eunice che lo ricopre di attenzioni e di affetto.
La vita tranquilla del convento viene però turbata da alcuni omicidi. Due bambine vengono uccise in modo brutale e solo Ildegarda, grazie al suo spirito di osservazione e alla sua intelligenza, capisce chi è il vero colpevole scagionando una donna ingiustamente accusata di essere una strega e quindi già condannata come assassina.
Ma è
con la morte di Alimundus, economo del vicino monastero, che il romanzo diventa avvincente. Chi è l’arciere che ha ucciso il monaco? Perché Alimundus si stava recando da solo verso il convento di Ildegarda? Perché è stato ucciso?
A queste domande l’autrice dà una risposta intessendo una trama perfetta che piano piano si snoda e, attraverso il racconto di vicende e tradimenti accaduti prima dell’omicidio, lentamente conduce il lettore verso le risposte e quindi alla soluzione del mistero.
In questo libro
Elide Ceragioli riesce a
miscelare sapientemente finzione e realtà. Accanto infatti a personaggi realmente esistiti vivono e si muovono personaggi immaginari che arricchiscono la storia e la rendono vivace, credibile, scorrevole e suggestiva.
Il ritratto di
Ildegarda di Bingen che ne viene fuori è quello una donna forte, sostenuta e amata dalla maggioranza delle sue consorelle, carismatica e determinata e quindi osteggiata dagli uomini potenti della Chiesa che vedono nella sua amicizia con
Bernardo di Chiaravalle e nella forte unione spirituale con il monaco Volmar che l’aiuta nella stesura delle sue visioni, un’ ostacolo al loro potere e alle loro ambizioni.
“….il comportamento della donna lo esasperava…era una donna, una creatura miseranda, senza diritto di parola e pretendeva di decidere della sua sorte e di quella delle anime a lei affidate…”
Perfetta la caratterizzazione dei personaggi. Il lettore avverte le loro emozioni, i dubbi, le invidie e le paure diventando parte della storia così come “sente” il dolore che per motivi diversi molti di loro provano nell’anima : quello sempre più forte che accompagna Ildegarda durante le visioni, quello della tenera Eunice nei confronti della sorella rifiutata dalla famiglia, quello della giovane Laudomia costretta contro la sua volontà ad una vita in convento, quello di George, ex cavaliere templare, unico sopravvissuto all’attacco di Saladino ad una carovana di pellegrini in viaggio verso Gerusalemme o quello della contessa Johanna Von Hughen che si rivolge ad Ildegarda perché ignorata dal marito.
Un libro che ci fa scoprire in parte
un personaggio femminile a mio parere molto affascinante, una donna per molti aspetti è più vicina ai nostri giorni che non al Medioevo.
Copertina flessibile: 456 pagine
Editore: Robin (10 agosto 2018)
Collana: Robin&sons
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8872743028
ISBN-13: 978-8872743027
Link d’acquisto:
Ildegarda e il mistero dell’arciere
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