Nel mese di Ottobre 2018 abbiamo letto sul gruppo “Thriller storici e dintorni” il romanzo “La casa del tempo perduto” di Roberta Monti.
Un grazie è doveroso a tutti i lettori che hanno partecipato. Di seguito i commenti a fine lettura!
Trama
Inghilterra, 18° secolo. La nobildonna Elizabeth Lancaster inizia un viaggio nei ricordi di un’estate che, 17 anni prima, cambiò per sempre lei e il destino della sua famiglia.
«Era fuggito presto il tempo della felicità, effimero ed ingannevole come l’ardore della giovinezza, di cui non resta che un ricordo falsato dai rimorsi e dalla nostalgia per giorni che non possono tornare. Eppure quel tempo era così vivido nella mia memoria, che mi sembrava di sentire ancora l’allegra musica del clavicembalo di Geoffrey riecheggiare nelle grandi stanze dagli alti soffitti affrescati; stanze ormai vuote, che raccontavano di coloro che le avevano abitate, soltanto a chi li aveva conosciuti. Avrei potuto allora, forse, mutare il corso degli eventi che ci avrebbero travolti di lì a poco, sorprendendoci, quando nel mezzo della più verde età, ancora troppo giovani e incoscienti, saremo diventati tutti, ognuno vittima delle proprie scelte, artefici di un inesorabile destino».
Chiara Kiki Effe: Ho letto con piacere questo libro. Ci sono molti personaggi, ma alla fine sono tutti abbastanza ben delineati e se all’inizio si fa un pò fatica a conoscerli per via del non poco complicato intreccio familiare, poi si finisce per affezionarsi a essi. La storia si dipana tramite i ricordi della protagonista che, a un certo punto della sua vita, rammenta le sue azioni, si perde nei suoi sentimenti, e ci trascina con lei in un dedalo di emozioni, rimpianti, sconfitte e vittorie. Ne consiglio la lettura, soprattutto a chi ama le saghe familiari.Ho letto con piacere questo libro. Ci sono molti personaggi, ma alla fine sono tutti abbastanza ben delineati e se all’inizio si fa un pò fatica a conoscerli per via del non poco complicato intreccio familiare, poi si finisce per affezionarsi a essi. La storia si dipana tramite i ricordi della protagonista che, a un certo punto della sua vita, rammenta le sue azioni, si perde nei suoi sentimenti, e ci trascina con lei in un dedalo di emozioni, rimpianti, sconfitte e vittorie. Ne consiglio la lettura, soprattutto a chi ama le saghe familiari.
Monia Tomei: Ho apprezzato questo libro bella la storia ma più prezioso è quello che lascia dentro. Molte citazioni fanno riflettere diventano proprie per la loro profondità. Tanti ricordi e scelte da fare o non fare che mi hanno fatto amare la protagonista e alcuni altri personaggi solo alla fine però ho capito il perché della scelta più coraggiosa in nome dell amore più profondo che si possa provare
Sara Valentino: “Era spaventato e inerme come ogni creatura sotto al cielo”
“La casa del tempo perduto” è il titolo di questo romanzo di Roberta Monti, si può perdere il tempo? La risposta è: Sì! Una volta perso l’attimo indietro non si torna, resta il rimpianto, il rammarico o il rimorso.
Un romanzo che ho faticato a leggere e soprattutto nella prima metà e fino a poco oltre. Non è il mio genere e quindi già di per sé è partito un pochino svantaggiato, non è storico ma un sentimentale di lieve ambientazione storica.
Inghilterra, negli anni in cui gli echi della rivoluzione francese si odono in lontananza.
Elizabeth Lancaster si racconta e ci racconta le vicende della sua famiglia. I personaggi sono davvero parecchi e si fatica all’inizio a inquadrarli come si dovrebbe, questo tende a far perdere il filo degli eventi.
Amori, amicizie, tradimenti si susseguono ma senza che il lettore ne venga troppo coinvolto.
Eppure sono felice di aver proseguito, perché in realtà è un romanzo che porta con sé le riflessioni sulla vita e sulla morte.
Ci sono scelte dettate dal momento che paiono giuste o sbagliate a seconda dell’angolazione da cui le si guarda.
“Quale paura può avere chi non ha un luogo in cui tornare?”
Il romanzo, a mio parere è scritto bene. Gli ultimi capitoli, per contro rispetto ai primi, volano perché il finale non è inaspettato, ma è una lezione… di vita.
“Egli era un debole e, come tutti i deboli sentiva di dover imporre il suo volere ogni qualvolta vedeva messa in discussione la sua autorità”
Mi piace sempre, a prescindere dalla storia narrata o dalla Storia contenuta nei romanzi, scoprire il messaggio dell’autore. Roberta Monti ci ricorda quali sono i veri valori, quelli hanno importanza. Dagli errori si impara, si cade, ci si ferisce e si ferisce, ma poi ci è data sempre una possibilità di redenzione.
Roberto Orsi: Il libro in questione non è inserito tra i miei generi preferiti. E’ anche giusto però cambiare a volte e misurarsi con qualcosa che ci attira meno. Il libro è interessante, all’inizio si fatica un po’ ad entrare nella storia per via dei tanti personaggi legati tra loro da parentele o sentimenti. Ma avanzando nella lettura, i personaggi assumono le loro caratteristiche principali, vengono delineati dall’autrice e fatti conoscere piano piano al lettore. Una storia famigliare, su due piani temporali, la protagonista Elizabeth ci racconta le sue passioni, gli amori, il dolore, i rimpianti e i rimorsi della giovinezza. Gli insegnamenti che riceve dalla vita, a volte nuda e cruda, e dalle persone che ha accanto, per prima la nonna a cui tanto deve, sono gli stessi che fanno crescere anche noi ai giorni d’oggi. Tematiche interessanti e profonde, passaggi anche struggenti in alcuni frangenti. Probabilmente andrebbe rivista, a mio parere, la prima parte del romanzo, per renderlo più accattivante e fluido. Lo stile di scrittura dell’autrice Roberta Monti mi ha sorpreso in positivo.
Fabiola Màdaro: Era da un po’ che non leggevo un libro “tranquillo”, un libro che mi cullasse con la calma. Forse troppa all’inizio, dove i molti personaggi e i loro intrighi si intrecciano senza però coinvolgere troppo. Non ho amato un personaggio in particolare, ma nemmeno ne ho odiato uno in modo deciso, direi che inizialmente sono tutti “simpaticamente antipatici”. La storia parte dalle memorie di Elizabeth Lancaster, che racconta la sua vita e le vicende della sua famiglia, tra amori, rancori e rimorsi. Dopo la prima metà però la storia prende forma, lentamente, non in modo travolgente, ma dando spunti di riflessione a cui tutti ogni tanto dovremmo sottoporci. È un inno alle cose non dette, ai sentimenti dati per scontato, alle scelte che giuste o sbagliate si prendono in un attimo e non si torna indietro, perché l’orgoglio vince sulla ragione.
“Cerca il chiarimento dopo una lite, pesa le tue parole, perdona sempre. Non lasciare che passi un giorno senza aver ricordato a chi ami che l’ami, perché domani è incerto e tornare indietro è impossibile.”
Tornare indietro è impossibile. Ma a volte anche restare dove si è o andare avanti lo è.
Grazie per questa lettura, perché ne avevo bisogno, perché guardarsi dentro non sempre è facile, e spesso si pensa di avere ancora tempo.
Stefania Scaramucci: “Avrei voluto chiudere dentro di me quel sentimento per custodirlo, come si custodisce in uno scrigno il più prezioso dei tesori; celato agli occhi, ma accanto al cuore, per sempre. ”
Questa citazione è una delle tante , di questo romanzo che mi ha
piacevolmente sorpreso, partito un po’ lentamente, con tanti personaggi difficili da inquadrare , mi ha piano piano conquistato . L’affascinante ambientazione in una splendida villa settecentesca, e i personaggi, tutti molto ben caratterizzati, ognuno con le proprie debolezze e difetti, che li rendono più umani, sono riusciti a farmi immedesimare pienamente nelle loro gioie e dolori, e alcuni momenti della lettura sono stati davvero molto toccanti . Uno spaccato di vita di un epoca in cui spesso si era costretti a fare scelte sociali di convenienza , che porta a riflettere sulla maggiore libertà di scelta che abbiamo nella società moderna, ma che un tempo non era così scontata specie per le donne, che hanno dovuto conquistarsela con grande sforzo.
Maria Marques: Una nobildonna inglese ricorda la sua gioventù, la sua vita ,i rapporti con la sua grande famiglia.
La vita che le scorre davanti è stata impietosamente travolta dall’inesorabile scorrere del tempo. Tempo perduto o tempo in realtà che le è servito per diventare la persona che è nel momento in cui il racconto prende forma? Questa è stata una delle riflessioni a cui ho pensato, una volta conclusa la lettura, perché tutto quello che accade trasforma le persone. Così Lady Elizabeth da giovane nobildonna, altezzosa e pungente nelle sue osservazioni sulle persone che la circondano, diviene una donna introspettiva, capace di slanci improvvisi, di pentimenti. Vicende piccole e grandi si intrecciano nelle stanze di Ashington House, mentre le porte delle camere si chiudono sui sentimenti dei protagonisti sulle loro piccole o grandi ripicche ,mentre la servitù osserva, ostacola, giudica ed aiuta ed il tempo muta i destini, scombina le carte in un eterno gioco che tutti ben conosciamo e che è la vita.
Non è il genere di romanzo che amo, perciò probabilmente per questo motivo la narrazione non mi ha coinvolto, inoltre i primi capitoli sono stati piuttosto faticosi nella lettura per via dei dialoghi continui e per l’inserimento sulla scena di numerosi personaggi che ho sinceramente avuto difficoltà a ricordare ed a inquadrare nei loro rapporti con la protagonista. Il romanzo inoltre non è storico ma di ambientazione storica, qualche rimando c’è ad eventi storici ma non così determinante, quindi anche questo ha contribuito a rallentare il mio procedere nella lettura,ma nonostante ciò la storia narrata è gradevole ed induce a riflessioni.Inoltre gli ultimi capitoli sono intensi e struggenti ed è difficile restare indifferenti all’epilogo della vicenda .Bello lo stile della autrice .
Daniela Piazza: Dopo l’iniziale fatica nel digerire i tanti nomi, l’arroganza e antipatia della maggior parte dei protagonisti, la noia dei pettegolezzi spesso insulsi o comunque così lontani dal nostro modo di sentire, il linguaggio neoottocentesco, poi in realtà il romanzo mi ha preso e si è rivelato più profondo e interessante di quanto supposto inizialmente. Da lodare sicuramente la qualità della scrittura, raffinata ed elegante, e il realismo con cui sono descritti i personaggi a luci e ombre (più ombre che luci, a dire il vero). Il difetto peggiore: dialoghi a volte poco comprensibili, che alludono a sottintesi per me indecifrabili. Il pregio maggiore: le profonde riflessioni sulla vita e sulle scelte fatte in modo magari istintivo o al contrario troppo condizionato, che ne cambiano il corso.
Alessandra Ottaviano: Ogni volta che si finisce di leggere un libro è naturale chiedersi se quello appena concluso sia un buon libro. Altrettanto naturale sembra la risposta: dipende da chi lo legge.
A mio avviso, questo romanzo suscita qualche perplessità.
Se da un lato l’ambientazione nell’Inghilterra di fine ‘700 appare molto suggestiva, dall’altro lato sembra che l’autrice preferisca tenere in secondo piano contesto storico e relative atmosfere, a tutto vantaggio dei dialoghi tra gli innumerevoli personaggi.
Personaggi che, forse, già in sede iniziale, necessiterebbero di un breve inquadramento in modo che il lettore non si trovi spaesato e in difficoltà nell’essere catapultato nelle loro discussioni.
I protagonisti non mi hanno coinvolta.
Elizabeth mi è parsa scialba, vittima degli eventi, preda della gelosia e dell’invidia, schiava del pettegolezzo. Non riesce né a dominare la sua passione per Tristan né a viverla completamente, rimanendo sovrastata da questa grande famiglia di “parenti serpenti” con i suoi intrighi maldicenze, relazioni segrete, matrimoni combinati, scandali e patrimoni da salvaguardare. Anche il suo conflittuale rapporto con la cugina Margaret risulta frivolo.
In compenso, il linguaggio conforme all’epoca, è preciso, articolato e molto ricco.
La trama a partire dal VI capitolo si anima con un buon intreccio.
Sarebbe servito un ritmo narrativo diverso un tantino più vivace, sostenuto, al fine di tenere il lettore incollato alle pagine.
Debora Serrentino: Questo libro mi è piaciuto moltissimo. Bella lastoria, personaggi interessanti e molti di un certo spessore, e un finale per nulla scontato. Per me è stato difficile inquadrarlo in un genere preciso e questo all’inizio mi ha un po’ spiazzata e frenata: non è uno storico, perché la parte storica è giusto uno sfondo lontano, non è nemmeno propriamente un romanzo rosa, perché, pur essendoci diversi intrecci amorosi non è abbastanza leggero. Forse può essere definito una saga familiare, anche se si vede una sola generazione. Il modo migliore per apprezzare questa storia è non cercare di inquadrarla o fare confronti con altri romanzi simili. Sicuramente i primi tre capitoli sono uno scoglio non indifferente: molti personaggi, inseriti spesso tutti insieme, con tantissimi dialoghi e poca parte descrittiva, obbligano il lettore a un notevole sforzo per capire le relazioni tra i personaggi (ottima l’idea dell’autrice di inserire, in futuro, un albero genealogico all’inizio del libro) e per inquadrare la storia. Tuttavia passato il terzo capitolo il libro vola, si fa fatica a smettere di leggere. I capitoli finali sono da leggere con molta attenzione (io l’ho fatto due volte) per apprezzare fino in fondo l’opera nel suo insieme. Concludo con una personalissima richiesta all’autrice: la storia è troppo bella per lasciarla qui, non sarebbe male poter leggere altre “avventure” di questa famiglia.
Paola Nevola: Questo romanzo è ambientato a fine settecento in una splendida villa nobiliare, dove prendono forma i destini di giovani aristocratici, soffocati dalle convenzioni sociali di quei tempi e accecati da egoismi di gioventù.
La casa del tempo perduto, della giovinezza, ma può anche essere dei rimpianti, della frivolezza e spensieratezza, delle gelosie e sciocche invidie, di scelte fatte o non fatte, di errori o tragedie. Tutto ciò traccia il corso della vita, l’importante è riuscire a cogliere il buono, volgere in positivo ciò che la vita in un modo o nell’altro, in bene o in male, da o nega. Si questo romanzo mi ha toccata profondamente, perchè è un viaggio introspettivo della protagonista lady Elisabeth, che possiamo fare insieme a lei su noi stessi. Ma anche un esempio di forza d’animo e di riscatto come la piccola Cecilie catapultata in un “doveroso” matrimonio violento, di Frederich che sceglie l’amore e trova il coraggio di fuggire, ho accennato a loro ma molti altri personaggi danno molto , perfino la servitù ha un ruolo di rilievo. I primi capitoli si fanno fatica a leggere per via dei troppi dialoghi e di tutti i personaggi che subentrano insieme. Grazie all’albero genealogico si riesce con più facilità districarsi tra le parentele. Dopo questa parte la narrazione prende il via con una scrittura fluida e raffinata. Ci sono pagine molto emozionanti che ho riletto più volte.
“Non lasciare che passi un giorno senza aver ricordato a chi ami che l’ami, perché domani è incerto e tornare indietro è impossibile”, un libro che induce a ricordarci i valori importanti, un monito a non farci sopraffare dalle nostre prese di posizione che a volte portano a scontrarci, dalle frenesie della vita e dalla superficialità.
Giancarla Erba: LIbro scorrevole, veloce, non molto impegnativo. più un’ambientazione storica che uno storico vero e proprio in quanto non ci sono eventi di rilevanza storica. E’ un buon libro ben costruito, forse in alcuni passaggi un po’ troppo semplicistico, i personaggi a volte sono un po’ scontati ma alcuni davvero ben descritti. La protagonista principale non ha un grandissimo spessore che invece hanno altri interpreti come la cugina per esempio. Robert il marito è una persona tutto sommato gretta e poco gradevole. molto più significativi Tristan e la sorella assassina per caso che riesce a farla franca in ogni situazione. Il finale triste e senza speranza, per un romanzo d’amore avrei preferito qualche altra scelta. Tutta la prima parte aveva bisogno di maggior dinamismo, in quanto il romanzo decolla decisamente verso la fine, ma tutto sommato una lettura gradevole.
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 2686 KB
Lunghezza stampa: 341
Utilizzo simultaneo di dispositivi: illimitato
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B07GVKBYBG
Link d’acquisto: La casa del tempo perduto