La storia e le origini
La festa di Halloween ha origini molto antiche, i Celti festeggiavano il loro capodanno proprio la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre (il loro Samahin). La festa del sole, la festa che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. La fine della luce, il tempo delle tenebre, il momento in cui sedersi intorno al fuoco a raccontarsi storie e leggende e il tempo per costruire i nuovi utensili per l’anno successivo.
Samahin era dunque un momento per esorcizzare la paura dell’inverno, un’occasione per restare uniti all’interno della comunità e per ingraziarsi il favore degli dei.
I Celti credevano inoltre che in questo giorno il velo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti fosse più sottile, ecco perchè Samahin era insieme un festeggiamento e una celebrazione.
Era uso del tempo radunarsi nei boschi, mascherarsi con pelli di animali e maschere grottesche per poi fare ritorno al villaggio utilizzando delle lanterne per farsi luce nel buio della notte. Era forse un modo per mimetizzarsi tra le anime dei morti e per ingraziarseli offrivano in dono dolcetti e prelibatezze.
Secondo un’altra teoria, le origini di Halloween possono essere ricondotte all’antica Roma. Pare che il 31 ottobre festeggiassero, gli antichi romani, Panoma, la dea dei frutti e dei semi.
Con la colonizzazione nel 1800 questa festa ha attraversato l’oceano ed è approdata negli Stati Uniti.
Suggeriamo questa lettura per approfondire l’argomento:
Questo libro, nato all’interno del progetto web “Le vere origini di Halloween” è un dono a tutti i lettori affinché sia possibile eliminare pregiudizi insensati e luoghi comuni e cominciare finalmente a comprendere le vere origini di Halloween. Il lettore si ricrederà su cosa sia davvero l’antica commemorazione celtica dei defunti, sulla sua disappartenenza alla cultura americana e su quanto le tradizioni italiane provengano proprio dagli antichi insegnamenti nord-europei. E comprenderà “perché le mascherate di Halloween, lungi dall’essere manifestazioni sacrileghe, sono di fatto cerimonie sacre le cui radici affondano nella notte dei tempi” (J. Markale) e nelle profondità del nostro inconscio collettivo. Chi legge questo libro compie realmente un viaggio iniziatico nel mondo di Halloween da cui non tornerà senza essere cambiato. Un testo multiprospettico, scritto da autori e storici italiani. Insomma: Halloween senza maschere!
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La leggenda di Jack o’ lantern: la più famosa leggenda di Halloween!!!
Si racconta che un fabbro irlandese di nome Jack, ubriacone e taccagno, incontrò, la notte di Halloween, il Diavolo. Era in procinto di caderne vittima quando con un colpo da “maestro” lo imbrogliò donandogli l’anima in cambio di un giro da bere.
Il Diavolo si trasformò in una monetina per pagare la bevuta ma Jack se la intascò prima.
Siccome Jack possedeva una croce d’argento, il Diavolo rimase monetina e non riuscendo a tornare della sua forma stipularono un altro accordo. Quest’ultimo per dieci anni non avrebbe più fatto visita a Jack che in cambio gli ridiede la libertà.
Dieci anni dopo, Jack e il Diavolo si incontrarono di nuovo. Un ennesimo stratagemma permise a Jack di sottrarsi per sempre al potere del principe delle tenebre.
Quando Jack morì, a causa della sua vita dissoluta, non fu ammesso al Regno dei Cieli e fu costretto a bussare alle Porte dell’Inferno; il Diavolo, però, che aveva promesso che non lo avrebbe cercato, lo rispedì indietro tirandogli addosso un tizzone ardente.
Jack prese una rapa al cui interno inserì il tizzone e se ne servì per ritrovare la strada giusta.
Da allora Jack vaga con il suo lumino in attesa del giorno del Giudizio (da qui il nome JACK O’ LANTERN, Jack e la sua Lanterna) ed è il simbolo delle anime dannate ed errabonde.
In America essendo poco utilizzate le rape, queste vennero sostituite dalle zucche.
Ecco che il più famoso simbolo di Halloween a cui siamo abituati nasce da questa leggenda: una zucca con intagliato il ghigno di Jack e un lume al suo interno.
Suggeriamo questa lettura:
Secondo un’antica leggenda celtica si racconta che durante la notte di Samhain, posta al di fuori del ciclo del tempo, perché non appartenente né all’anno passato appena trascorso, né all’anno nuovo ancora da iniziare, si possa scorgere fra le nebbie che separano il mondo dei vivi da quello degli spiriti, un uomo che vaga alla ricerca della strada del paradiso, con la sua lanterna ricavata da una zucca e al cui interno ci sarebbe un tizzone ardente delle braci dell’inferno.
Quell’uomo è Jack!
Jack O’ Lantern.
Ma chi era Jack?
L’unico uomo comune a cui è dedicata una festività che si celebra ormai in tutto il mondo!
Perché durante la notte di Halloween lo festeggiamo?
Quasi nessuno conosce la sua sto
ria, “dannati loro!”, direbbe Jack.
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Qualche personaggio che potremo incontrare nelle strade al 31…
Il conte Dracula
Lo scrittore irlandese Bram Stoker nel lontano 1897 pubblicò il celebre romanzo gotico dal titolo “Dracula”, consacrando il personaggio del Conte Dracula come una delle figure più inquietanti, controverse e dark della letteratura. Ma le origini e il personaggio storico a cui Stoker si ispirò?
Corriamo con la macchina del tempo fin nel XV secolo e incontriamo in Valacchia il principe Vlad III.
Tristemente noto per la sua ferocia e crudeltà, ricordato ancor oggi (fortunatamente non solo per questo) per aver ucciso in maniera tremenda, impalando i suoi nemici, viene definito l’impalatore!
Suggeriamo la lettura del romanzo
Mi stava vicino, lo vedevo da sopra la spalla, ma nello specchio non si rifletteva! In Transilvania per concludere la vendita di una casa londinese al Conte Dracula, discendente di un’antichissima casata locale, il giovane agente immobiliare Jonathan Harker scopre che il suo cliente è una creatura di mistero e orrore… Dracula, archetipo delle infinite storie di vampiri narrate dalla letteratura e dal cinema, mette in scena l’eterna lotta tra il Bene e il Male, ma anche tra la ragione e l’istinto, tra le pulsioni più inconfessabili e il perbenismo non solo vittoriano. Una storia scaturita dall’inconscio ed entrata in tutti i nostri incubi.
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Frankenstein
Frankenstein nasce in maniera molto particolare dalla penna della, appena diciannovenne, Mary Shelley.
Nell’estate del 1816, presso il lago di Ginevra,P.B. Shelley la sua futura moglie Mary Godwin, Lord Byron e il suo segretario John Polidori per ingannare il tempo, per puro gioco, decisero di fare una gara a chi avrebbe scritto la storia più spaventosa.
Quella stessa notte nacque “Frankenstein” e “Il Vampiro” di Polidori.
Suggeriamo la lettura..
Un giovane esploratore, scrive alla sorella Margareth degli avvenimenti che si susseguono e della storia incredibile di un naufrago che si presenta come dottor Victor Frankenstein di Ginevra. Il dottor Frankenstein inizia il suo racconto narrando della sua infanzia e della scomparsa precoce della madre ammalata di scarlattina. Caduto in un trauma psicologico, Frankenstein coltiva un sogno impossibile: creare un essere umano più intelligente e di lunga vita. Dopo aver assimilato conoscenze mediche insperate comincia a studiare la decomposizione dei cadaveri, acquisendo la conoscenza che gli permetterà di generare una creatura vivente da materia inanimata. Comincerà per il dottore un incubo fatto di follia ed omicidi da parte del mostro che ha generato ,ed una lunga caccia per vendicarne le gesta seguendo le sue tracce per tutto il mondo, fino al Polo Nord, dove qui incontra il capitano Walton, e qui finisce il racconto di Frankenstein. Walton scrive un’altra lettera alla sorella, in cui le racconta la morte dell’amico Victor e di come egli avesse promesso di continuare la sua impresa per uccidere il mostro…
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Licantropo o uomo lupo
Leggenda vuole che il licantropo sia un uomo affetto da maledizione che durante il plenilumio si trasforma in uomo-lupo.
La letteratura medica utilizza questo termine: licantropia clinica, per indicare persone affette da disturbi particolari che acuiscono in circostanze determinanti, quali ad esempio la luna piena.
Il mito del licantropo affonda le sue radici nell’antichità, ad esempio fin dall’Antico Egitto sappiamo che veniva venerato il dio Anubi, uomo con la testa di sciacallo.
In realtà anche nell’antica Grecia e nell’antica Roma si parlava già di questa figura, o meglio, gli dei venivano raffigurati anche con questa forma, simbolo di forza e oltretutto a volte simbolo positivo.
Nel medioevo si torna a parlare di licantropia proprio in concomitanza con la caccia alle streghe. Molti presunti mutaforme furono messi al rogo dall’Inquisizione.
Suggerimento di lettura:
Questo lavoro, attraverso l’analisi delle testimonianze relative alla credenza nella trasformazione dell’uomo in lupo, tende a ricostruire il significato che il tema ha avuto nella cultura folklorica tenendo conto anche degli echi e delle rispondenze che ha suscitato nella cultura dominante…| Gianfranca Ranisio è ricercatrice presso la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Napoli. Si interessa prevalentemente allo studio della tematica magico-religiosa con particolare riferimento alla realtà meridionale.
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E poi naturalmente ci sono loro: Le streghe
La bibliografia romanzata sull’argomento è vastissima, qui suggeriamo alcuni saggi che abbiamo avuto modo di apprezzare personalmente
La storia della stregoneria si sviluppa nell’arco di molti millenni presso tutti i popoli del mondo. È una vicenda in cui si mescolano superstizioni e credenze popolari, tecniche di guarigione e arti magiche, disagio psichico e fanatismo religioso, tensioni sociali e volontà di controllare le coscienze, torture e persecuzioni, sogni e allucinazioni sia dei perseguitati che dei persecutori. La stregoneria ha fatto e fa tuttora discutere non solo per gli errori e gli orrori di un passato lontano, ma per la sua presenza viva e anzi crescente, ancora oggi, in tutti i paesi industrializzati. Quest’opera fornisce la visione più ampia della stregoneria nel mondo occidentale seguendo il filo rosso che va dalle leggi romane fino alla Wicca dei nostri giorni, soffermandosi soprattutto sulla tristemente nota “caccia alle streghe” del Medioevo e della prima età moderna. È una sintesi di agile lettura che sgombra il campo da pregiudizi e incomprensioni e getta luce sulle credenze “maledette”, gli episodi più cruenti e i personaggi più significativi di una vicenda che ancora oggi inquieta e affascina.
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La donna è un abisso di mistero che gli uomini faticano a comprendere, per questo a volte ne hanno paura, e definiscono irrazionalità o isteria quello che semplicemente sfugge al loro controllo. È la femminilità stessa che spesso li ossessiona. Per quattro secoli a questa ossessione è stato dato il nome di strega. Dal Medioevo alle soglie dell’Illuminismo, e oltre, sono state centinaia di migliaia le donne torturate, processate, mandate al rogo con l’accusa di stregoneria, un olocausto misconosciuto, una follia persecutoria alimentata da cupidigia, ignoranza e superstizione. Tanto folle che Michel de Montaigne, il grande filosofo francese, si stupiva che la religione cattolica non annoverasse la crudeltà tra i peccati capitali. Non ci voleva molto a essere sospettate, e spesso erano le donne più libere, anticonformiste o esperte di medicamenti a fare le spese dell’ottusità del potere. In Italia come in Francia, Germania e Spagna, nel Vecchio Mondo come nel Nuovo. Nel racconto dei principali processi di stregoneria, ricostruiti sulla base di atti processuali e documenti dell’epoca, rivive una lunga pagina che solo l’oblio del tempo può farci avvertire folcloristica, ma che è stata una vera e propria persecuzione. Oggi lo chiameremmo femminicidio. Attraverso i ritratti di alcune di queste donne, e l’accanimento con cui sono state trattate, si possono illuminare molti aspetti dei rapporti tra i sessi nel corso della storia. E perfino del presente.
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Triora, alla lettera le tre bocche di Cerbero, “il cane infernale”. Cosa si nasconde dietro la misteriosa scomparsa delle donne accusate di stregoneria, torturate dall’Inquisizione e deportate da quell’antico borgo dell’alta Valle Argentina? Quali intrighi, violenze o sottili giochi di potere sono custoditi dal silenzio che, ancora oggi, impedisce di far luce sul destino che attese le protagoniste di questa vicenda lontano da Triora? Mettersi sulle tracce del Maligno che avrebbe sconvolto la vita della ricca cittadina ligure sul finire del Cinquecento, rappresenta una prospettiva privilegiata per interrogarsi sulla nostra modernità e soprattutto sulla cultura del nostro paese: all’apparenza così devoto, di fatto così sensibile all’utilità del Male.
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Inverno del 1692. Nella comunità puritana di Salem, nel New England, Betty, 9 anni e Abigail, 11, figlia e nipote del reverendo Parris, vengono improvvisamente colte da violente crisi isteriche, quasi fossero perseguitate da oscure forze maligne: danno in escandescenze, pronunciano frasi sconnesse, cadono preda di tremende convulsioni. Ben presto alle due bambine se ne aggiungono altre, preda degli stessi spaventosi sintomi. E nel villaggio si scatena il panico. Tre donne vengono accusate di essere in combutta con il Maligno, tre persone scomode per la bigotta comunità di Salem: Tituba, la schiava indiana del reverendo, e due donne “facili”, che vivono ai margini della società.
Questo è purtroppo introvabile o venduto a prezzi proibitivi.
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Nell’augurarVi buon Halloween speriamo che questo articolo vi sia gradito. Lo stesso non ha alcuna pretesa nel voler essere redatto a scopo istruttivo, ma solo ai fini di condividere informazioni trovate in rete.
Grazie e sempre… buone letture a tutti
Sara & Roberto