A cura di Sara Valentino
Tornano le interviste di TSD agli autori! Oggi è il turno di un autore che il nostro admin Roberto Orsi ha avuto il piacere di conoscere al Bordighera Book Festival. Persona davvero squisita e disponibile con tutti.
Ma prima di iniziare con le domande, conosciamolo meglio…
Lorenzo Beccati (Genova, 1955)
Autore di programmi televisivi (Da Drive In a Striscia la Notizia passando per Paperissima e altre trasmissioni di successo).
Ha scritto film, telefilm, e opere teatrali (nella prossima stagione andrà in scena ”Natale in casa Marx” per la regia di Enzo Iacchetti).
Inoltre è uno scrittore con all’attivo una quindicina di libri (L’ultimo dei quali è “L’ombra di Pietra” per DeaPlaneta).
È vivo.
Buongiorno Lorenzo e grazie per il tempo che vorrai dedicarci rispondendo alle nostre domande.
La voce del Gabibbo, autore di testi per “Striscia la notizia” e il mitico “Drive In”, per citare due trasmissioni molto famose… la scrittura scorre nelle tue vene da sempre, ma quanto è diverso scrivere romanzi, soprattutto storici?
Scrivere un programma televisivo è un lavoro collettivo e che passa attraverso diverse “mani” prima dell’utilizzo finale, la messa in onda (altri aurori, regista, fonici, coreografi, conduttori…). Invece realizzare libri è un esercizio intimo, quasi spirituale che ti pone a confronto solo con la pagina bianca. In particolare, le mie opere riguardano eventi del passato per fuggire dalla realtà di cui mi occupo ogni giorno. Credo sia importante sapere da dove veniamo per comprendere il presente.
Qual è stato il primo libro che ricordi di aver letto e quale ha dato l’impronta più forte per il tuo stile di scrittura? Ti sei ispirato a un autore classico nella stesura dei tuoi romanzi?
ll mio primo libro, scelto e comprato con la paghetta, è stato “Così è se vi pare” di Pirandello. In fondo è una filosofia di vita che mi porto ancora dietro, anche nel mio lavoro.
La tua bibliografia è molto vasta, vuoi parlarci dei tuoi romanzi storici e di come nascono le storie che racconti?
Prima di essere uno scrittore, sono un lettore compulsivo e onnivoro. Le idee mi vengono “suggerite” da libri, saggi, quadri, da una sola parola o dall’incontro virtuale con un personaggio del passato.
Quanto conta per te l’immedesimazione dello scrittore con i personaggi delle sue storie? Nei tuoi due ultimi romanzi storici “Pietra è il mio nome” e “L’ombra di Pietra”, la protagonista è femminile, hai trovato difficoltà nel raccontarla?
In genere non mi identifico con i miei personaggi. Mi limito a osservarli per raccontarli. Spesso non so neppure io cosa faranno nella pagina che segue. Pietra non è una sola donna ma tutte le donne che ho incontrato e mi hanno lasciato qualcosa. Le donne sono la parte migliore dell’umanità.
I romanzi dedicati a Pietra, giovane e arguta, rabdomante sono ambientati a Genova, la tua città nel 1600. Quanta ricerca storica è stata necessaria in termini di tempo e perché hai deciso proprio di farla vivere in quegli anni?
Il 1600 è un secolo che ho studiato molto, frequentando archivi, mostre, biblioteche. A quel tempo Genova era una delle maggiori potenze nel Mediterraneo, se non la più importante. Le vestigia di quel tempo si possono osservare ancora oggi perdendosi nei carruggi del centro storico, il più affascinante che esista..
Dal punto di vista emotivo, è difficile parlare della propria città? Soprattutto una città come Genova che attraversa ciclicamente dei momenti molto duri.
Genova è una malattia, benigna, da cui non si guarisce. Se manco da tempo, sento il bisogno prepotente di tornare e di perdermi nelle sue vene, i carruggi.
Pietra, tornando a lei, vivrà una nuova avventura dopo l’ultimo: “L’ombra di Pietra”? Se puoi dircelo ovviamente
Il prossimo libro non riguarda Pietra. Per il momento la faccio riposare. Ne ha passate tante nelle storie precedenti.
Ti andrebbe di consigliare un romanzo storico (non dei tuoi chiaramente) agli iscritti di TSD che ti stanno leggendo?
Preferisco fare dei nomi di scrittori dove pescare opere fantastiche. Marcello Simoni, Marco Buticchi, Valerio Massimo Manfredi. Giulio Leoni. Mi perdonerà chi ho dimenticato.
E’ stato un piacere conoscerti e un onore averti nostro ospite, grazie per il tempo che ci hai dedicato!