Trama
Romanzo storico. Durante l’Età della Controriforma, una bambina, venduta dalla famiglia alla Curia sotto le mentite spoglie di un ragazzino, viene destinata a servire nelle carceri pontificie. Ivi incontra Giordano Bruno, il quale ne intuisce le sorprendenti capacità intellettive, facendone la propria ultima, straordinaria allieva. Dopo l’esecuzione del filosofo, ella intraprenderà un proprio cammino sulla via della Libera Ricerca…
Recensione a cura di Paola Nevola
Siamo nell’epoca della Controriforma, sono tempi oscuri e opprimenti.
Povertà, superstizione, ignoranza e malvagità sono mali che mietono molte vittime. Una di queste è Sabina, la protagonista di questo romanzo, una fanciulla dalla chioma rossa e gli occhi verdi .
“Quella figlia strana segnata dalla mano del diavolo”: con questo pensiero la madre le taglia i capelli e se ne libera vendendola alla curia per servire nelle carceri dove diviene Simone. Le guardie, sprezzanti del suo aspetto lo mandano a servire l’eretico. Simone così conosce Claudio, un compagno leale, un altro reietto a cui non sfugge nulla.
Tra quelle lugubri mura c’è qualcosa che l’affascina: sono le lettere che Simone trova nella cella di Giordano Bruno, il quale scorge in lui una mente fuori dal comune. La notte, Simone studia a lume di candela; è una fiammella che tiene viva la speranza in mezzo a tanta disperazione. Un giorno i loro occhi si incontrano: parlano di verità e di sentimenti. Quando il Maestro viene torturato scorge negli occhi affranti di Simone i tratti della fanciulla.
Mens super omnia – Mens insita omnibus
Giordano Bruno ne fa una sua discepola; la fiammella che spinge allo studio Sabina, piano piano si trasforma nella fiamma della filosofia e dell’essenza Divina della Natura. Ma il suo pensiero si spinge oltre gli insegnamenti del suo Maestro. Sono gli orizzonti che aprono il libero pensiero di Giordano Bruno, che fanno tremare la Chiesa.
“Era l’idea della povertà che faceva imbestialire il papato, niente ricchezza niente potere temporale, la religione non era che lo strumento, il potere il fine autentico”
Sono parole forti e brucianti, di Ferro e Fuoco quelle che descrivono una Chiesa ipocrita senza più valori di misericordia e carità; che ha fatto del potere il suo credo, dell’Inquisizione il suo braccio spietato, che riduce al silenzio chiunque non accetti i suoi dogmi, impaurita e intollerante degli intelletti più liberi e sapienti come quello di Giordano Bruno.
“Maiori Forsan cum Timore Sententiam in Me Fertis quam Ego Accipiam”
“Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza, che io nell’ascoltarla”
16 febbraio 1600 piazza Campo dei Fiori: sono struggenti le parole che descrivono ciò che accade in quella piazza. Sabina è tra il corteo che segue Giordano Bruno; assiste terrorizzata alla sua terribile morte, sanguina per il menarca, si sente perduta e straziata per la terribile morte del suo Maestro.
Da quelle ceneri il pensiero di Giordano Bruno risorge col giuramento di Sabina di proseguire lo studio della sua dottrina. Quello della conoscenza è un fuoco potente che arde l’ignoranza.
“Fuoco porta via anche me disperdimi nell’Aria, fammi posare nell’Acqua che disseterà la Terra. Il sangue scorre via da me insieme alla mia anima. La morte mi darà nuova vita mescendomi con la cenere rigeneratrice”
Un luogo recondito immerso nella Natura dove Sabina, salvata dal rogo, trova rifugio. Si tratta di una comunità di Seguaci della Natura e del Panteismo; qui
viene accolta da Maddalena, dotta erborista “Madre di Tutti e di Nessuno” che si prende cura di lei; qui rinasce con l’appellativo di Fanciulla e può proseguire i suoi studi sul libero pensiero, scopre Ipazia e i grandi filosofi.
“Il Tevere scorreva a volte placidamente, altre volte in tumulto… La Fanciulla vedeva in questi molteplici aspetti del fiume i moti dell’anima del suo Maestro, che era diventato una cosa sola con le sue acque. Allora si sentiva molto simile a Dafne, la ninfa di uno dei miti da lei più amati, figlia di un fiume che era considerato un dio.”
Sono parole liriche quelle che raccontano la rinascita della Fanciulla: il suo amore per la Natura e per il Maestro, del legame con Maddalena Madre che soccorre, protegge e insegna.
Il morso del Fuoco sulla pelle come un’ angosciosa premonizione la tormenta.
L’Acqua del Tevere come una panacea la quieta poiché in essa e nella Natura ritrova il suo Maestro.
E’ un romanzo in cui gli elementi si fanno protagonisti in un insieme divino, i sentimenti di amore, carità, passione, desiderio, odio, vendetta palpitano forti e vividi, le emozioni vibrano intense.
Un libro breve ma grandioso che invita a molteplici e profonde riflessioni filosofiche, sulla religione e Dio, sull’essere parte della Natura della sua meravigliosa bellezza e immensità, sull’universalità, sul significato di madre, di emancipazione e riscatto, su capelli rossi di strega ieri che divengono scarpette rosse oggi.
Una narrazione erudita con un linguaggio raffinato e ricercato che evidenzia la notevole cultura filosofica e storica di questa eccellente scrittrice Sabrina Granotti.
Copertina flessibile: 165 pagine
Editore: Independently published (14 giugno 2017)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 1521494673
ISBN-13: 978-1521494677
Peso di spedizione: 308 g
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