Narrativa recensioni

Il volere dei padri – Natalia Lenzi

Trama Toscana, metà del Settecento. La morte improvvisa di Margherita, giovane nobile, darà l’avvio ad una catena d’eventi che unirà per sempre i destini di tre famiglie. La casata di Leopoldo, nobile proprietario terriero, la famiglia di Amedeo, ricco mercante e quella di Viola, contadina e bracciante, lottano per le loro ambizioni di denaro, potere e amore, ognuno legato alla condizione sociale cui appartiene per nascita. Marchesi, servi, contadini e borghesi useranno ogni mezzo per affrancarsi dalle insoddisfazioni, dalle delusioni, dalle ingiustizie o, al contrario, per mantenere inalterati i propri privilegi. Viola è incatenata alla sua terra, Leopoldo ai suoi diritti, Amedeo al potere e la figlia Matilde ad un amore non corrisposto. Sullo sfondo un’Europa che sta muovendo i primi passi verso grandi cambiamenti. Solo Cosimo, figlio del marchese Leopoldo, riuscirà a spezzare le sue catene, andando incontro al nuovo che avanza Recensione a cura di Alessandra Ottaviano Firenze 1762, Margherita, figlia dei marchesi del luogo Leopoldo e Teresa, si lancia dalla finestra di camera sua, più tardi anche il maggiordomo della villa viene ritrovato impiccato ad un albero nel giardino della tenuta, e la cameriera Rosina finisce misteriosamente sotto le ruote di una carrozza. Quale oscuro segreto si cela dietro a queste morti? La famiglia dei marchesi si legherà alla famiglia dei mercanti borghesi Amedeo e Maria attraverso il matrimonio della loro figlia Matilde con Cosimo figlio dei nobili. Le ataviche e radicate convinzioni secondo le quali la nobiltà non aveva nulla a che spartire con la nuova borghesia vengono accantonate da necessità di tipo economico e vanagloria, l’imponente dote di Matilde pagherà anche il prestigioso titolo nobiliare che Amedeo tanto desidera e non si farà scrupolo ad usare sua figlia come merce di scambio, dando luogo ad un infelice e funesto matrimonio tra i due, dove rabbia, rancore, risentimento e sogni infranti la faranno da padrone. “Era la figlia di un mercante, era cresciuta in mezzo alle compravendite e agli scambi. Di cosa si sarebbe dovuta stupire?” Nonostante queste premesse Matilde si innamora perdutamente del suo giovane sposo e si illude di poter essere felice al suo fianco e che presto o tardi anche lui ricambierà il suo sentimento. Intanto Cosimo ritrova un vecchio carteggio della sorella: lettere d’amore profonde, che faranno luce sulla sua infelice sorte, rivelando segreti di famiglia nella speranza di poter dare pace al fantasma di Margherita che infesta la villa. Erano tempi di grande cambiamento, sullo sfondo si intravede l’imminente  rivoluzione francese e anche in Italia la nobiltà temeva di essere spazzata via trascinata dal vento del mutamento. “Il marchese si rammaricò per quei tempi ormai andati, Leopoldo viveva in un mondo in cui i contadini si lamentavano e osavano manifestare il loro malcontento. Era sempre più difficile convincerli a fare lavori pesanti e senza retribuzione. Erano tempi strani.” Alla famiglia dei marchesi si contrappone quella della bella e orgogliosa Viola, fatta di contadini miserabili che vivono di stenti mostrando le condizioni di coloro che lavorano nelle terre del signore. Le loro vie sono destinate ad intrecciarsi perché l’amore non conosce lignaggio. Un personaggio degno di nota è l’arcigna marchesa Teresa, capace di losche macchinazioni, con diversi scheletri nell’armadio e pronta a commettere i peccati più esecrabili per mantenere il suo status. “L’aristocrazia è potere e il potere non si misura in denaro o terre, avere potere significa decidere. Decidere le sorti di una nazione, decidere della vita e della morte delle persone. Alzare un dito e far smuovere le montagne. Per questo tuo padre, con tutto il denaro che possiede ha fatto di tutto per assicurarsi una discendenza nobile. Per aprire porte che altrimenti resterebbero chiuse.” E’ difficile riassumere in poche parole un poderoso libro di circa 600 pagine dal sapore dei bei romanzi classici. Le descrizioni molto accurate dagli ambienti agli abiti, ai banchetti e cerimoniali permettono al lettore di immergersi completamente in un’altra epoca, c’è un’enorme cura  nel descrivere i dettagli. Il romanzo è pervaso da tanti misteri, segreti e colpi di scena che mantengono vivo l’interesse.  Con una scrittura semplice e fluida Natalia Lenzi riesce a suscitare nel lettore sentimenti forti e contrastanti, uno su tutti la rabbia, la rabbia di coloro che prevaricano non solo sui più miserabili, ma anche sui propri familiari per mantenere i propri privilegi e tenere nascosti i propri segreti. Ho adorato sul finale il grido di dolore di Matilde, quando finalmente si rende conto che l’amore non si può comprare, né soffocare eliminando la sua rivale e prende coscienza che i suoi desideri non realizzati hanno infettato come veleno tutta la sua grama esistenza. Si ritrova marchesa ma pur sempre infelice, e la felicità personale è sempre un prezzo troppo alto da pagare. Copertina flessibile: 554 pagine Editore: Ibiskos Editrice Risolo (30 maggio 2014) Collana: Anthurium Lingua: Italiano ISBN-10: 8854610704 ISBN-13: 978-8854610705 Link d’acquisto: Il volere dei padri    
Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.