Trama: Saggio sulla storia delle donne a cavallo tra due mondi molto simili e separati solo dal velo della percezione: la medicina e la stregoneria. Questo interessante saggio, curato da Giancarla Erba ed edito dalla nostra casa editrice “amica” Decima Musa, propone un viaggio storico culturale attraverso i secoli, lungo le vite di numerose donne che hanno scelto di intraprendere la carriera di guaritrici e che hanno dovuto scontare il loro essere donne in una società oltranzista e maschiocentrica. Il volume da 300 pagine circa raccoglie ben oltre cento profili di donne ed è la summa di una ricerca partita come una testi di laurea e diventata poi un saggio completo ed approfondito sull’emancipazione culturale della metà gentile del cielo.
Recensione a cura di Mariella Terra
Una storia tutta al femminile quella che Giancarla Erba ci propone nel suo libro “La medica e la strega”. Una storia appassionata e appassionante che tradisce l’interesse, l’amore, direi, dell’autrice per la medicina naturale, per la storia e la cultura antica ma soprattutto per la figura femminile attraverso i secoli, in particolare della donna medica (e strega).
In un periodo come quello attuale, nel quale nonostante le lotte femministe e nonostante le continue rivendicazioni, la donna appare sempre più in affanno in un mondo che la vuole in carriera, bella, intrigante ma anche madre, vestale della casa e della famiglia, che la violenta e la riduce spesso a immagine del desiderio, la lettura di questo libro offre un’analisi molto interessante sulle motivazioni che nei secoli hanno portato a dare alla donna un ruolo defilato rispetto all’universo maschile, impedendole di brillare di luce propria, in un ambito come quello medico che nei secoli l’aveva vista spesso protagonista.
Giancarla Erba ha dato una lettura molto interessante passando in rassegna la storia al femminile nell’arte medica, e curativa in genere, da Medea a Rita Levi Montalcini, da Lucusta (che pare abbia contribuito con le sue arti alla morte dell’imperatore Claudio) alle mediche di guerra, passando per le “abbacadore” figure particolari della cultura sarda in quanto rappresentano gli aspetti più importanti attribuiti alle donne da sempre: la nascita e la cura dell’essere umano fino alla morte.
Cosa accomuna Medea al premio Nobel Rita Levi Montalcini? Cosa avvina nei secoli le streghe e le donne moderne, vittime di continue discriminazioni nel lavoro e nel sociale, in ogni parte del mondo? Come dice l’autrice, la coscienza di sé, la continua ricerca di un senso profondo delle cose che appartiene al mondo femminile quasi a livello ancestrale ed antropologico. La donna è espressione del mistero, della vita, dell’abnegazione agli altri, del senso pratico, della indiscussa capacità di mettere tutto in discussione per ritrovare poi un senso profondo delle cose. Per questo nelle più antiche religioni la figura femminile ha incarnato spesso l’aspetto misterico, straordinario, affascinante e nello stesso tempo terribile del rapporto con il Divino. In ambito cristiano poi alla donna viene addirittura attribuito il ruolo di “figlia del suo figlio” (citando Dante). Ma è proprio con l’avvento del Cristianesimo che la figura femminile si sdoppia drammaticamente e definitivamente nei due aspetti che ancora oggi persistono tenacemente: la parte salvifica (la Vergine, la madre di Dio, la martire, la santa, la “Beatrice”) e la parte demoniaca tentatrice (Eva, la strega, la maliarda provocatrice, la “mater ignota”).
Giancarla Erba evidenzia come proprio agli autori cristiani sia da imputare questa pessima reputazione della donna a partire da Paolo di Tarso e procedendo con Tertulliano (la donna è “Ianua diaboli” porta del demonio), con Sant’Agostino e Sant’Ambrogio fino ad arrivare al “Malleus maleficarum”, testo del 1486 scritto da due domenicani tedeschi, Sprenger e Kramer, e alla contemporanea Bolla “Summis desiderantes affectibus” di papa Innocenzo VIII. Fu proprio quest’opera a rappresentare la giustificazione assoluta ad ogni persecuzione, ad ogni tortura, ad ogni condanna a morte di donne in tutta Europa. Se a questo aggiungiamo la Controriforma e il clima persecutorio che si instaurò da allora, possiamo ben spiegarci perché le donne hanno assunto ancora di più un ruolo negativo in un mondo prettamente maschile e maschilista fino ai giorni nostri, vittime ancora oggi delle stesse violenze, degli stupri e discriminazioni.
Se nel passato erano state viste come curatrici, Sibille, dee, appassionate custodi di arti mediche e scientifiche (basti pensare a Metrodora la medica di Costantinopoli che conobbe Galeno e a Ipazia), a partire dal 381 con l’Editto di Teodosio la donna pian piano viene relegata in casa, destinata ad una vita di privazioni e di sottomissione. L’uomo ha attribuito ad essa la responsabilità di ogni male, di ogni mistero e su di essa ha esercitato ogni serie di abuso in quanto vio
lare una donna significa distruggere la vita stessa.
E invece quanto ha contribuito la donna, la medica (molto interessante anche l’uso di questo termine declinato al femminile) al percorso dell’umanità con il proprio sapere e con la propria intelligenza! Il libro riporta, ad esempio, una serie di consigli pratici, di ricette mediche utili ai vari contesti, soprattutto in ambito ostetrico delle herbane, semplici e povere donne, che hanno sempre diffuso e utilizzato le loro conoscenze naturali, ma anche di donne di classi sociali più elevate, che grazie all’istruzione ricevuta riuscirono ad avere un ruolo nella storia.
A tutte queste donne dobbiamo moltissimo. Ed ad esse, e alle donne più in generale, va riconosciuto il proprio ruolo fondamentale non semplicemente nella giornata della Donna ma quotidianamente. Come ha sottolineato l’autrice citando Rita Levi Montalcini: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.”
Copertina flessibile: 300 pagine
Editore: Decima Musa Edizioni (23 febbraio 2018)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8898385943
ISBN-13: 978-8898385942
Peso di spedizione: 481 g
Link d’acquisto: La medica e la strega