Nel mare del tempo – Elisabetta Cametti
Trama
È passato un anno dall’intrigo in cui Katherine Sinclaire ha rischiato di perdere la vita. Ma l’incubo sta per tornare: durante la presentazione del primo romanzo della brillante manager, un uomo si spara di fronte a lei, dopo averle consegnato un simbolo cifrato. Katherine si trova di nuovo risucchiata in una caccia al tesoro sanguinaria che la metterà sulle tracce di Angelica, una misteriosa donna vissuta nel Medioevo. Addentrandosi nei cunicoli sotterranei usati dagli eretici, Katherine scoprirà che quei passaggi custodiscono uno dei più straordinari segreti della storia. In un tumultuoso viaggio dalla Bretagna, la terra delle maree, ai nascondigli prealpini di Fra Dolcino, Katherine capirà di essere legata ad Angelica da un filo invisibile ma fortissimo… più forte del destino che sta per guidarla verso una scelta da cui non c’è ritorno.
Recensione a cura di Sara Quiriconi
Ho iniziato questa avventura felice di trovare nuovamente Katherine e immergermi ancora nella storia di una civiltà antica come gli Etruschi. Il personaggio di Katherine era già perfettamente delineato nel primo romanzo. Direi che avevo nella mente la sua figura. Rileggendo le descrizioni, le mosse, il modo di pensare mi si è formata un’idea in mente. Questo personaggio mi ricordava qualcuno, ma chi? A forza di pensare ci sono arrivata… l’autrice, Elisabetta Cametti! Ho guardato qualche sua foto trovata nel web e .. sì, nei suoi occhi vedo la stessa forza, la stessa determinazione di Katherine. C’è un’altra cosa che le accomuna. Entrambe hanno una compagnia fissa, un’amicizia vera e irrinunciabile: una cagnolina. Tremilla la accompagna nel viaggio che la porta a seguire il filo che unisce le sue visioni, degli indizi trovati su dei libri e l’incisione dei nomi trovati sul simbolo cifrato lanciatole dall’uomo che si suicida.
Plinio il vecchio dice: Non c’è libro tanto cattivo che in qualche parte non possa giovare.
Lei e Jethro sono la sua forza. Per loro e con loro combatterà portando avanti i suoi obbiettivi. Quindi differenze nessuna? Una in effetti c’è, gli occhi. Elisabetta ha gli occhi color del cielo, blu. Katherine ha un occhio azzurro e l’altro verde. Questa caratteristica somatica si chiama ETEROCROMIA. C’è chi ci nasce e chi la acquisisce in seguito. Fin dalla nascita il colore degli occhi è il blu e nel giro dei primi tre anni di vita avviene il cambiamento. Gli studi ci dicono che la decisione del colore dipende da diversi geni quindi è dovuto da vari fattori. Il colore lo decide la quantità di melanina presente nell’iride. Se ha scarsi pigmenti il colore sarà blu se invece si verifica il caso opposto assumeranno la colorazione marrone.
Quindi se le due iridi hanno una quantità diversa di melanina si verifica il caso di eterocromia. Questa caratteristica a quanto pare accomuna anche i guardiani e Katherine lo scoprirà durante il susseguirsi degli eventi con l’aiuto di personaggi nuovi e vecchi. Ha la fortuna di avere vicino il caro ispettore Norris anche se capisce solo ora quanto anche lui sia simile a lei per la stessa determinazione e dedizione che mette nel suo lavoro. Questa volta ha meno vicino Jethro per questioni di lavoro anche se il loro amore va avanti. Un nuovo personaggio che entra in scena è Scott, commissario di polizia e sua vecchia conoscenza ai tempi della scuola, innamorato allora come adesso.. oltre al bellissimo viaggio per scoprire il segreto di Angelica c’è una parte che mi ha fatto commuovere molto. Tenete a mente il capitolo 65. L’ho letto fra le lacrime di commozione. L’impressione è che il cuore abbia preso la penna e abbia iniziato a scrivere dando anima ai suoi pensieri. La madre di Katrerine si racconta.
“Ho perso mio marito e non posso neppure immaginare di non rivedere più mia figlia. Sebbene per certi versi io l’abbia già fatta scappare. Tu sei stata più brava di me: hai permesso che ti amasse, dimostrandole tutto il tuo affetto. Io non ne sono stata capace. Anzi l’ho allontanata. Quando aveva bisogno, spesso non c’ero. E nella disperazione l’ho aggredita, perché non avevo nessun altro con cui prendermela. Detestavo farmi vedere fragile e ho tenuto comportamenti severi, spiacevoli. Non le ho mai detto quanto sia orgoliosa di lei, e sono stata abilissima nel trasmetterle delusione.”
“Che inferno ti ho fatto passare, Katherine? E’ stato un regalo sapere che ti fidi ancora di me. Sei venuta a salutarmi perché temevi che forse non ci saremmo più incontrate. E mi hai offerto la possibilità di riscattarmi: mi hai proposto di prendermi cura di Tremilla.”
“Quando Katherine tornerà a casa, troverà il suo aquilone rosso e la torta di mele che le piace tanto. Troverà la piccola Tremilla, l’abbraccio caldo di suo padre … e la madre che pensava di aver perso.”
Non è facile scrivere un libro e non è semplice riuscire a trasmettere le emozioni che ti dona. Tutto il romanzo è un thriller perfettamente studiato e nei minimi dettagli e in questo capitolo c’è il sentimento dell’amore materno che trasuda da ogni frase.
La scrittura di Elisabetta è scorrevole e ammaliante, coinvolgente. E’ come avere una calamita che ti tiene incollato al libro. Mi piace come costruisce la storia. Riesce a legare fatti storici, usi costumi e vita degli Etruschi allo scorrere della sua fantasia. Posso solo rinnovarle i complimenti e continuare a seguirla. Per la serie K che mi ha permesso di conoscerla ma anche per gli altri suoi lavori. Ha scritto altri due thriller che non mi sfuggiranno. Da segnarsi che nel mese di giugno uscirà la ristampa dei due capitoli di Katherine e pare a fine anno un terzo libro. Katherine, ti aspetto, sicuramente continuerò a seguirti!
Editore: Giunti Editore (4 gennaio 2016)
Collana: Tascabili Giunti
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8809829212
ISBN-13: 978-8809829213
Peso di spedizione: 381 g
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