Trama
Anno del Signore 1370. Un macabro delitto profana il santuario di St. David, nel Galles. Cynog, il miglior scalpellino della cattedrale, viene trovato impiccato a un albero del cimitero. Le sue mani affusolate, che sapevano dare vita alla pietra trasformandola in opere meravigliose, giacciono ora inerti, una lungo il fianco, l’altra legata a un ramo con un nodo da marinaio. I primi sospetti cadono su Piers, rivale in amore del giovane scultore. Ma Owen Archer, incaricato dall’arcidiacono di far luce sull’accaduto, sospetta che dietro il delitto si celino ben più complesse trame. Pare che Cynog fosse infatti legato ai ribelli che cospiravano contro gli oppressori inglesi. E prima di sciogliere l’intreccio e arrivare alla verità, lo stesso Archer dovrà fare i conti con la propria coscienza e decidere se restare fedele alla Corona o lasciarsi travolgere dall’orgoglio e abbracciare la causa dei fratelli gallesi.
Recensione di Donata Beretta
Questo libro è stato il mio primo approccio a Candace Robb. Non sapendo quale scegliere ne ho preso uno a caso, lasciandomi tentare dal titolo. Non sono pienamente convinta che sia stata una buona scelta…
“I delitti della cattedrale”, ambientato circa a metà del 1300, fa parte della serie che ha come protagonista l’arciere gallese Owen Archer, al servizio di John Thoresby, arcivescovo di York.
Innanzitutto non trovo azzeccato il titolo: l’assassinio a cui si fa riferimento è quello (scritto nelle primissime pagine) dello scalpellino Cynog, trovato impiccato e che era stato incaricato da Owen stesso di creare il monumento funebre del suocero, sir Robert, morto durante un pellegrinaggio a St. David e alla cappella di Santa Non in compagnia di Owen…. Tutto qui. Owen interviene perché vi è il dubbio che l’omicidio non sia per un presunto motivo passionale ma invece sia collegato a traditori ribelli, che vogliono cacciare gli inglesi dal Galles. Cynog viene nominato ancora durante lo svolgimento degli eventi ma di cattedrali non c’è ombra: vetrate, muri, scalpellini: nulla!
La vicenda invece si svolge altrove e con molti altri personaggi tra cui la moglie farmacista Lucie Wilton e la levatrice Magda Digby (quasi una “donna di medicina”). In effetti molti dei personaggi sono donne: quasi una novità… mi sembra un inno alla capacità della donna di svolgere qualsiasi compito mentre l’uomo è assente per i doveri militari. Lucie è una donna innamorata di suo marito ma non ha troppo tempo da perdere a dispiacersi per la sua prolungata assenza: deve mandare avanti la farmacia (con tutti i rischi connessi alla preparazione non semplice dei medicamenti), seguire i figli e soprattutto venire a capo di eventi preoccupanti. La dimora della zia Filippa, sorella del defunto sir Robert, viene presa di mira da ignoti e l’anziana zia inizia a dare segni di cedimento mentale. Lucie così si trova a dover proteggere la zia dai suoi ricordi, talvolta misteriosi, a cercare di difendere il maniero e a lavorare nella farmacia, dove una cliente petulante rischia di farla denunciare. Per fortuna può affidarsi a Tildy, la fidata bambinaia, che lasciati i bambini alla cura materna viene promossa come responsabile della casa della zia, in attesa che anch’essa faccia chiarezza nel suo cuore e decida di affidarsi al caro Daimon, ferito durante l’attacco. La sua amicizia con il vedovo Roger Moreton e con Harold Galfrey può sembrare una buona idea ma alla fine si rivelerà controproducente.
Owen Archer sarà invece coinvolto in un lungo rientro dal Galles…. molto lungo… a volte mi sembra fin troppo lungo, (vero che andavano a cavallo ma sono 350km…) complicato da rimorsi di coscienza per la tentazione di tradire la Corona britannica e unirsi ai combattenti gallesi, sua patria.
I personaggi non sono ben tratteggiati, forse quelli che mi sono piaciuti di più sono proprio quelli di Lucie e di zia Filippa. L’ambientazione di thriller medievale non c’è: non trovo il “thriller”, tantomeno il “medioevale”, la suspense proprio non l’ho vista, la trama è carina ma senza profondità: mi è sembrata talvolta quasi forzata, per cercare di arrivare alla fine, il finale è affrettato e brusco. Il racconto è scorrevole, non si fa fatica nella lettura; il linguaggio fluido e adeguato.
I libri di Candace Robb sono molti, forse mi sono imbattuta in uno dei meno riusciti.
Copertina flessibile: 426 pagine
Editore: Piemme (15 gennaio 2005)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 883847351X
ISBN-13: 978-8838473517
Peso di spedizione: 662 g
Link d’acquisto: I delitti della cattedrale