A cura di Roberto Orsi
Da qualche tempo a questa parte mi sono scoperto completamente attratto da quest’Ordine cavalleresco del Medioevo. Complici alcune letture di cui vi parlerò a breve e il fatto di essere protagonista con il mio avatar “Roberto da Caravaggio” del libro “Brusacristi“ di Vincenzo Cortese, ho deciso di approfondirne le conoscenze.
Sui Cavalieri Templari si è scritto di tutto e di più. Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta del mistero del Sacro Graal e della possibilità che proprio loro lo avessero trovato in Terra Santa durante il periodo di massimo splendore. E chi tra noi non ha letto un libro in cui si parli delle grandi ricchezze che l’Ordine avrebbe raccolto e posseduto per circa un secolo? Che fine ha fatto quel tesoro? Ma soprattutto, è davvero esistito?
Di certo si tratta di un Ordine cavalleresco che per la sua storia ancora non del tutto chiara in molti aspetti, agevola le più fervide fantasie, stimola la capacità di inventiva degli autori che hanno vita facile nel creare storie piene di mistero e fascino.
Nel suo saggio “I Templari“, Barbara Frale dà una personale risposta alla domanda che dà il titolo a questo articolo.
Il motivo per cui i Templari attirano così tanto l’interesse dell’uomo contemporaneo è l’alone di mistero che la tradizione vi ha costruito intorno; e questo mistero non dipende tanto dalle vicende oscure del processo, quanto da ciò che l’immaginario collettivo suppone vi fosse dietro il processo stesso, ovvero la custodia in segreto di alcune verità relative a Gesù Cristo.
La cosa più importante è che veramente i Templari credevano di avere un rapporto speciale, diciamo privilegiato, con la persona di Gesù Cristo rispetto a gran parte degli uomini del loro tempo, persino di gran parte della Chiesa. Le tracce di questo rapporto sono sparse qua e là nei documenti che riguardano l’ordine, e già in passato diversi studiosi probabilmente ne avevano intuito certi contorni, anche se le tendenze culturali del loro tempo li portarono a trasformarle nella fantasia fino a cambiarne i connotati.
Il libro della Frale è un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarsi alla storia dell’Ordine tralasciando per un momento tutti gli aspetti misteriosi ed esoterici che gli ruotano attorno. L’autrice racconta le vicende dal punto di vista storiografico con dovizia di particolari sulla disciplina a cui erano sottoposti i Frati Cavalieri.
Molto interessante il fatto che le Crociate siano nate in una situazione del continente Europeo molto instabile. Papa Urbano II, con il suo invito a partire per la Terra Santa allo scopo di difendere i pellegrini, centrò in un colpo solo due obiettivi fondamentali: frenare le bande di violenti presenti in Europa vogliose di gloria e tesori e garantire l’incolumità dei pellegrini e dei luoghi sacri al cristianesimo impiegando utilmente i “soldati” e i “cavalieri” in cerca di avventura.
Ma la storia è fatta di uomini e Hugues de Payns, il primo Gran Maestro, non pensa solo ai potenziali risvolti economici ma insieme ai suoi compagni Cavalieri segue la regola dei Canonici del Tempio, condividendone le abitudini e assumendo i voti di castità, povertà e obbedienza.
Ma come mediare l’indole guerrigliera di questi Cavalieri, abituati ad usare la spada e l’armatura, con lo spirito cattolico cui avrebbe dovuto necessariamente ispirarsi l’Ordine? Qui sta il “capolavoro” di San Bernardo da Chiaravalle: la regola che scrive per i Templari permette di conciliare questi due aspetti. Non vi è antitesi tra l’uso delle armi e della violenza e la fede in Dio: il modo per ottenere la salvezza dell’anima è quello di adoperare le armi solo per la tutela di una causa giusta, ossia non per brama di conquista, ma solo per proteggere i pellegrini e la Terra Santa.
Riporto di seguito le parole ricevute in uno scambio epistolare con una lettrice appassionata di Templari. Catia ha riassunto perfettamente il pensiero Templare in poche righe:
Chi si fa Templare espierà i suoi peccati offrendo la sua vita per proteggere i luoghi sacri e, in particolare, Gerusalemme. Servirà Dio rinunciando all’arroganza della cavalleria militare sino ad umiliare se stesso. L’orgoglio e il desiderio di affermazione personale dovrà sottomettersi ad un regime di obbedienza assoluta.
Se è vero che le Crociate sono state originate dall’auspicio di un Papa di riportare la pace nel mondo attraverso la cessazione dei conflitti sociali esistenti nella vecchia Europa e il ripristino dell’ordine costituito nei territori sacri ai Cristiani, è altrettanto vero che l’Ordine dei Templari è nato per dare forma all’esigenza di un’anima – direi quella di Hugues de Payns – di adempiere ad una missione che le permettesse di espiare le proprie colpe servendo Dio attraverso la propria arte: quella della guerra.
La bibliografia in merito a questo grande Ordine è pressoché infinita. Ci si può sbizzarrire cercando saggi più precisi e affidabili, aderenti alla realtà dei fatti, fino ai romanzi che propendono verso il lato “fantasioso” dei Templari, dei segreti e dei tesori che hanno lasciato in eredità. Tra gli autori Italiani oltre alla già nominata Barbara Frale, sono consigliati i saggi del Dott. Franco Cardini.
Credo che quest’Ordine non cesserà mai di attirare gli appassionati di storia, alcune verità non verrano mai davvero a galla. E anche se lo facessero, si troverebbe qualche altro mistero da risolvere, misteri coperti da un mantello bianco con la Croce delle Otto Beatitudini… ma di questa parleremo un’altra volta.
Il salottino di TSD apre nuovamente i suoi battenti per accogliere la storica medievista Elena Percivaldi, autrice di diversi saggi storici. Proprio qualche giorno fa abbiamo pubblicato la recensione a “I Longobardi. Un popolo alle radici della nostra Storia”.
“La casa dalle mille porte” di Tan Twan Eng, Neri Pozza editore, un romanzo affascinante, incantevole per quell’atmosfera magica, evocativa che mi ha trasportato in un tempo e in un luogo straordinario, grazie ad una inenarrabile impresa immaginativa dell’autore che in modo magistrale è riuscito a mixare la realtà con la fantasia.
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