Trama: Giulio Cesare non è morto, durante la congiura delle Idi di marzo. Stanco della vita fatta di intrighi politici, corruzione e continui scontri con i senatori della Curia, ha inscenato la propria morte insieme a Bruto. E dopo essere scomparso dalla vita politica di Roma, è tornato al comando di un manipolo di uomini ben addestrati e pronti a tutto, la Legio Caesaris, con l’intento di esplorare le terre oltre i confini dell’impero, per scoprire ricchezze e tesori, sottomettere le popolazioni barbare e, soprattutto, carpire il segreto della vita eterna. Perché Cesare ha uno scopo ben preciso in mente, ed è deciso a raggiungerlo: vuole ritornare trionfalmente a Roma per fare piazza pulita dei suoi nemici e regnare come imperatore assoluto. Per sempre.
Dopo la sua finta morte, perciò, si è imbarcato con la Legio Caesaris verso i regni degli dèi del nord, alla ricerca della mitica isola di Thule, per confrontarsi con le creature eterne che governano il segreto dell’immortalità e strapparglielo con la forza. Lo scontro epico che lo ha visto impegnato insieme a Cicerone, Bruto, Spartaco e gli altri coraggiosi che hanno voluto seguirlo in quell’avventura, si è risolto in una cocente sconfitta, ma Cesare non è uomo che si arrende tanto facilmente. Capisce che l’unico modo per conquistare la vita eterna è scendere nell’Averno, il regno delle tenebre, e tuffarsi nelle acque del fiume Stige, che rendono immortali. Ma come raggiungerlo? Secondo le più antiche credenze, lo Stige non è altro che il nome con cui un tempo s’indicava il Nilo. Decide così di intraprendere, sotto la guida esperta e ammaliante della regina Cleopatra, una difficile spedizione per risalire le acque del grande fiume, arrivare fino alla sorgente, individuare l’ingresso all’Averno e conquistarsi il diritto d’immergersi nello Stige, combattendo contro gli dèi e le terribili creature che popolano il regno degli inferi.
Recensione a cura di Giovanna Barbieri
Anzitutto dobbiamo capire cos’è l’ucronia: l’ucronìa (anche detta storia alternativa o fantastoria) è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Per la sua natura, l’ucronia può essere assimilata al romanzo storico (specie per opere ambientate in un passato molto remoto).
Come sempre, il romanzo “Cesare il conquistatore” di Forte non delude né per l’intreccio né per la grammatica. I dialoghi sono incalzanti, realistici. Molto spesso l’autore inserisce anche dei termini in latino, soprattutto per le funzioni militari. L’ambientazione è uno dei punti di forza di questo libro, i protagonisti infatti scelgono di navigare sul Nilo diretti alle sorgenti, dove si trova la fonte della vita eterna, cioè lo Stige. All’epoca quella zona era selvaggia, mai esplorata da nessuno. Durante l’avventura sono anche martoriati dagli insetti, dalla fame, sete e dalle tribù barbare che li inseguono.
Durante l’Impero Romano, prima del IV secolo e della cristianità, i romani credevano che l’Averno, il regno delle tenebre, fosse un luogo fisico. Un posto dove le anime erano inviate e dove regnava Plutone. Ma solo se i vivi avessero attraversato lo Stige, il corpo sarebbe diventato immortale. Cesare, Cleopatra e Cicerone non vogliono invecchiare e morire, così decidono di fingere la loro morte e di cercare la soglia dell’Averno. La psicologia dei protagonisti è ben approfondita. Si tratta di uomini (Cesare, Cicerone e Spartaco) abbastanza anziani, anche se Cesare e Cleopatra sono in buona forma, Cicerone ha superato la sessantina e soffre di prostata, mentre Spartaco è sull’ottantina. Anche Cesare ha i suoi acciacchi dovuti all’età che avanza ed è descritto in modo molto realistico. Una considerazione su Spartaco, però, la devo fare: come può un ottantenne essere ancora a capo dei gladiatori? Poi era uno schiavo di Roma, quindi perché seguire Cesare?
In questo romanzo in pratica sono presenti:
Gaio Giulio Cesare che non muore alle idi di marzo e coinvolge nella fuga anche Bruto. Gaio è il protagonista del romanzo ed è descritto proprio come l’ho sempre immaginato: risoluto, caparbio a volte, intelligente e in grado di cavarsela anche nelle situazioni più spinose.
Spartaco che non muore a Petelia (Strongoli) questo l’ho trovato abbastanza assurdo, dato che Spartaco era un gladiatore che si era ribellato a Roma e mai si sarebbe unito a Cesare.
Cicerone che finge anch’egli la morte e si unisce a Cesare. I due battibeccano molto, ma si rispettano. Alcuni dialoghi fanno sorridere ed entrambi desiderano vivere in eterno, diventare immortali e ritornare a Roma.
Cleopatra, la regina d’Egitto che è coinvolta nell’avventura, suo malgrado. Secondo la Storia dovrebbe morire avvelenandosi, dopo la morte di Marco Antonio. Ma nel romanzo Cesare finge la sua morte e la porta con sé alle sorgenti del Nilo.
Interessante è anche il colpo di scena finale con la presenza di un avversario assoldato da Marco Antonio che li insegue dapprima sui ghiacci del nord, poi in Egitto per ucciderli.
Lo consiglio soprattutto a chi ama la mitologia e l’avventura legate alla Storia.
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 1440 KB
Lunghezza stampa: 348
Editore: MONDADORI (3 ottobre 2017)
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B075GZ7VZZ
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