Trama
Inghilterra, 1888. Una serie di efferati omicidi paralizzano
Londra gettando nel terrore il quartiere di
Whitechapel, dove
Damon Blake si è appena insediato, trasferitosi dall’India per sfuggire al suo passato burrascoso. I delitti portano la firma di Jack lo Squartatore e, suo malgrado, Blake ne verrà coinvolto, trovandosi nel mezzo di un vero e proprio incubo che, tra visioni notturne e donne misteriose, lo porterà a dubitare delle sue stesse facoltà mentali, fino a giungere sull’orlo della follia. Dissolvere le ombre che avvolgono Whitechapel, salvare se stesso e far luce sull’identità del misterioso serial killer diventeranno gli obiettivi primari di Damon Blake che dovrà innanzitutto scontrarsi con il lato oscuro della sua anima.
Recensione a cura di
Roberto Orsi
….e se
Jack Lo Squartatore non fosse come ce lo siamo sempre immaginati?
Provate a chiedere alla penna di
Sara Di Furia, dalla quale è nato questo bellissimo thriller ambientato in epoca vittoriana, in una
Londra lugubre, nebbiosa e impaurita.
Starete pensando che questo è l’ennesimo romanzo “d’imitazione”: in fondo la storia di Jack Lo Squartatore, bene o male, la conosciamo tutti. Niente di più difficile per un autore, o un’autrice in questo caso, che ripercorrere le orme di una trama già scritta, e rischiare quindi di produrre qualcosa di già letto.
L’
ambientazione è quella: Jack Lo Squartatore è uno sconosciuto assassino seriale che nell’autunno del 1888 uccise diverse donne nel quartiere di
Whitechapel. Complice il fatto di non avere ancora oggi un quadro preciso su chi fosse questo misterioso serial killer, Sara Di Furia è bravissima nel presentarci una sua versione che coinvolge il lettore fin dall’inizio, con un ritmo travolgente.
Siamo in piena
epoca vittoriana, Londra sta prendendo la forma che conosciamo oggi, i sobborghi vengono inglobati nella city, viene istituito il primo vero sistema fognario della città, che garantirà condizioni migliori di salute per la cittadinanza. Si sviluppa l’illuminazione a gas, vengono rifatte le strade e il centro di Londra assume connotati eleganti tipici dell’epoca.
“La carrozza attraversò il centro di Londra. Le vie avevano a tratti il fondo lastricato di pietre lisce e grosse, poi diventavano ciottoli sporgenti che lasciavano il posto alla terra battuta dove i cavalli e i carri passavano sollevando nuvole di polvere.
Dai finestrini si scorgevano sul selciato mucchietti di sterco freschi e fumanti, circondati da mosche. Era un settembre più caldo del solito e gli odori della città si erano fatti insopportabili. Londra aveva bisogno di pioggia per ripulire le strade e scongiurare il pericolo di epidemie”
Ma l’
East End sta a Londra come il Bronx sta a New York. Qui imperversano la povertà e la criminalità. La popolazione si autoimpone un
coprifuoco, specie dopo i primi eventi delittuosi che coinvolgono alcune prostitute del quartiere.
Damon Blake è tornato dall’India insieme al suo fedele maggiordomo
Kamal, per rifarsi una vita. Ha bisogno di ricominciare, di lasciare alle spalle ciò che ha vissuto in Oriente.
“Camminavo per le strade di Whitechapel con indosso un lungo mantello. Una calma spettrale aleggiava per le vie deserte. Il rumore dei tacchi dei miei stivali risuonava solitario nei bassifondi. Sapevo che, seguendo quella via, avrei raggiunto la zona più malfamata e pericolosa della città”
Damon affitta una villa appartenuta all’artista
Erin Wilson, scomparsa anni prima in circostanze misteriose. L’abitazione, che rimane al centro della narrazione, ha qualcosa di incredibile. Nell’atrio giganteggia un enorme platano che negli anni ha esteso rami e radici divenendo parte dell’edificio stesso. L’eccentrica artista Wilson ha lasciato evidenti segni del suo passaggio in quella casa, e probabilmente ancora non se ne è andata…
Damon Blake si trova immerso fino al collo nella vicenda di Jack Lo Squartatore. La polizia di
Scotland Yard brancola nel buio, lo stesso buio che inghiotte le vittime di Jack, trucidate e seviziate con una
Furia che parrebbe quasi non essere umana.
Questo libro è un
giallo/thriller e su questo non ci piove. Ci sono i morti ammazzati e un assassino da stanare. Ma c’è molto di più.
Ci sono tratteggi di
noir: il protagonista è costretto ad affrontare i demoni interiori, le sue paure e tutto quello che ha cercato di lasciare alle spalle, scappando dall’India e ritornando nella sua Londra. Non è facile per lui rimanere lucido nella situazione complicata in cui si viene a trovare.
Di chi può davvero fidarsi?
La sceneggiatura delineata dall’autrice alterna fasi macabre, forti, descrizioni precise e dettagliate degli omicidi perpetrati dall’assassino di Whitechapel, ad altre più a tinte rosso erotico. Il tutto sempre inglobato nel grigiore della nebbia londinese e nel nero della notte dove le povere vittime vedono spezzata la propria vita.
“Jack” è anche illusione e surrealismo: le carte in tavola vengono mescolate ripetutamente, come sul banchetto di un prestidigitatore, abile nel mostrare solo ciò che vuole farti vedere.
Sara Di Furia gioca con il lettore in questo modo, lo depista, lo porta su una strada ben illuminata e sicura, ma all’improvviso spegne l’interruttore e lo lascia al buio, a brancolare insieme agli agenti di Scotland Yard, fino alla soluzione finale.
Editore: La Corte Editore (6 ottobre 2017)
Collana: Underground
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8885516017
ISBN-13: 978-8885516014
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