Robin Hood è un leggendario bandito inglese vissuto, si ritiene, fra il 12° e il 13° secolo nella foresta di Sherwood, a nord della città di Nottingham, in Inghilterra. Depreda i ricchi e i prepotenti e dona ai poveri, incarnando l’aspirazione alla libertà e alla giustizia dei diseredati della Terra
Tra storia e leggenda
Durante il 12° secolo, sotto il regno di Edoardo II, dal Galles meridionale fu importato in Inghilterra un arco di legno di tasso alto un paio di metri. Per le dimensioni fuori dal comune prese il nome di long bow («arco lungo»): l’arco era capace di scagliare con efficacia grandi frecce anche a 200 m di distanza. Long bow fu fondamentale nella vittoria inglese del 1298 contro gli shiltrons, i micidiali reparti di fanti scozzesi armati di picche, e divenne appannaggio di un particolare ceto sociale, quello degli yeomen, contadini soggetti alla diretta autorità del re, senza intermediario feudale.
Alcuni ritengono che Robin Hood sia stato appunto uno yeoman dedito al bracconaggio per il reperimento del cibo, all’epoca scarso, laddove la caccia nelle grandi foreste era esclusivo diritto dei feudatari. Ma la tradizione lo vuole anche baluardo della resistenza anglosassone contro gli invasori normanni e difensore dei diritti del popolo. Un’altra versione preferisce che Robin Hood fosse un aristocratico fedele a re Riccardo Cuor di Leone – detronizzzato dal reggente Giovanni Senzaterra mentre era tenuto prigioniero in Normandia – e che lottasse attivamente contro l’usurpatore. Per alcuni egli era il nobiluomo esiliato Robert Fitzooh; viene invece menzionato come Lord Locksley dallo scrittore Walter Scott nel famoso romanzo Ivanhoe.
Un ladro generoso
Protagonista di ballate popolari, racconti di cantastorie, poemi – un personaggio simile a lui appare persino nei Racconti di Canterbury, composti dal poeta inglese Geoffrey Chaucer nel 1387 – e molto più tardi di libri e film, Robin Hood è in ogni caso un ladro generoso, che ruba ai prepotenti privilegiati per ridistribuire la ricchezza fra i poveri e i deboli. Probabilmente egli incarnò pure l’aspirazione alla libertà e alla giustizia che le popolazioni medievali erano costrette a soffocare, schiacciate da ogni sorta di sopruso da parte delle classi elevate. Si ritiene, inoltre, che il racconto delle sue imprese abbia contribuito, nei secoli successivi, a togliere l’esclusiva del diritto di caccia ai proprietari terrieri estendendolo anche alla gente comune che poté servirsene per combattere la fame.
Nei villaggi inglesi, le gesta di Robin Hood erano cantate soprattutto durante la festa del Primo maggio e spesso si arricchivano di nuovi particolari, come quello del modo bizzarro in cui morì, al termine di un’esistenza gloriosa, avvelenato da una suora.
Considerato il più abile arciere del paese, Robin Hood si rifugiava nella foresta, indossava sempre calzamaglia e giustacuore verdi e aveva fondato la banda dei Merrie men («allegri compari»). Contro il suo nemico numero uno, il corrotto sceriffo di Nottingham, aveva al proprio fianco anche il gigantesco Little John, il corpulento frate Tuck e la fidanzata Maid Marriam. In altri casi, a seconda delle interpretazioni della leggenda, quest’ultima si chiamava Lady Marian ed era un’aristocratica imparentata con re Riccardo. Robin ne era innamorato e riuscì rapirla e portarla con sé nella foresta.