Trama
Torino, inverno 2011. Mentre in città si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, uno spietato killer sceglie i musei cittadini come teatro per i suoi crimini. È il commissario Moretti a dare il via alle indagini. I sospetti si indirizzano subito su alcuni gruppi di meridionalisti e neo-borbonici dell’ultima ora, scatenatisi con tutta la loro ferocia sui social contro chi, da sempre, li addita come criminali. Ben presto si comprenderà che nulla è come sembra e l’atmosfera cupa diverrà ancora più impenetrabile alla scomparsa di un diario appartenuto all’antropologo Lombroso, nel quale lo scienziato era solito narrare le sue esperienze nel campo dell’occulto. Dipanandosi fra le suggestive vie della città sabauda, come in un lungo piano-sequenza cinematografico, Il diario Lombroso e il killer dei musei è un complesso thriller dal ritmo incalzante e coinvolgente, dalle mille sfumature scientifiche e filosofiche, che lascerà il lettore disorientato, senza fiato, fino all’ultima pagina.
Recensione di Nicolò Giovanni Marino
La vicenda è legata alla figura di Cesare Lombroso, medico, antropologo, considerato il padre della moderna criminologia. A lui è stato dedicato un famoso museo, il Museo di Antropologia Criminale, a Torino. Proprio questo luogo è centro del primo omicidio che avviene in maniera macabra. Viene ritrovata, la testa del direttore del museo, Luigi Dal Masso, senza il resto del corpo. Le indagini svolte dalla polizia fanno riemergere un antico problema vissuto per anni nel nostro paese. La continua opposizione tra nord e sud, che aveva portato molte persone a manifestare contro il museo, che contiene svariate teste appartenenti a numerosi criminali meridionali che furono esaminate da Lombroso per comprendere l’origine del comportamento criminale, fa da sfondo alla trama del libro, riportando in auge la tematica neoborbonica. Le pressioni politiche, che vogliono preservare la buona immagine della città piemontese, inducono il commissario Moretti a seguire piste verso quella direzione, ma il suo fiuto di poliziotto esperto gli farà comprendere che dietro l’omicidio c’è qualcosa di più complesso.
Il susseguirsi di colpi di scena mi hanno coinvolto molto.
Alcuni personaggi hanno un forte carattere che incarna quel dualismo nord-sud. Tra questi mi ha molto impressionato l’agente La Guardia, originario di Salerno, che vuole combattere quei pregiudizi che si hanno verso le persone del sud e il suo orgoglio di riscatto emergerà durante le indagini, contrapponendosi a quel manipolo di figure bigotte, come il suo collega Brero, personaggio che rispecchia la figura di uomo del nord. Altra figura ambigua è quella del pubblico ministero Vittorio Pautasso, che vuole chiudere l’inchiesta giungendo a conclusioni più comode per coloro che vogliono preservare il loro interesse.
L’autore affronta tutte queste delicate tematiche in maniera magistrale, inserendo esperienze vissute in prima persona, e facendo emergere l’importanza che rappresenta la città di Torino. Enzo Orlando dimostra di conoscere bene varie sfaccettature che nei secoli sono state centrali nella vita della città sabauda, ricca di leggende esoteriche. Questa tematica sarà molto importante per risolvere l’indagine legata allo stesso Lombroso, appassionato di occultismo.
Nonostante la storia sia sviluppata in modo semplice, ma comunque ricca di molti spunti validi, Enzo Orlando è riuscito a donare alla trama una fluidità che sarebbe stata maggiore se avesse migliorato i vari intrecci che, di conseguenza, avrebbero reso più veritiero l’intero romanzo.
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 1454 KB
Lunghezza stampa: 124
Editore: Bonfirraro (30 agosto 2017)
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
link d’acquisto: Il diario Lombroso e il killer dei musei