Trama
Una mano insanguinata sul muro. È soltanto questo quello che rimane di Laura Lanza, la bellissima baronessa di Carini, sacrificata dal padre in nome dell’onore. Nota a tutti è la sua storia, ricordata come il primo “femminicidio” d’Italia. Il triste racconto di una forte passione, rivisitato con una scrittura colta e morbida, calda e avvolgente, saprà ammaliare il lettore alla ricerca di una vicenda unica, ambientata in Sicilia in pieno Rinascimento, periodo nel quale l’onore, inteso nel senso più rigido, ha la precedenza sui sentimenti. Niente può macchiarlo, pena la decadenza della rispettabilità della persona e del Casato, che deve conservare integro il suo prestigio e la sua potenza. Innumerevoli gli spunti di attualità, considerando che il “delitto d’onore” nella penisola è stato abolito soltanto nel 1981.
Recensione a cura di Alessandra Ottaviano
Il palermitano Pietro Trapassi, da sempre affascinato dalla tragica storia di Laura Lanza, ancora avvolta da risvolti misteriosi, prova a ricostruire la sua vicenda in maniera verosimile attraverso i pochissimi documenti scritti esistenti, infatti a quel tempo vi era una forte tradizione a trasmettere i racconti oralmente attraverso i “cantastorie”.
Il racconto è ambientato a Palermo, perla del mediterraneo del XVI secolo, provincia dell’ impero spagnolo di Carlo V, l’impero sul quale non tramonta mai il sole. Proprio l’imperatore sceglie Palermo per riposare esausto dopo le ultime battaglie contro i musulmani, la sceglie anche in rispetto a Cesare Lanza barone di Trabia, che gli fu accanto nella battaglia di Tunisi e lo difese a spada tratta.
Cesare Lanza è un personaggio di spicco nella Palermo nobiliare dell’epoca, l’autore ne fa un ritratto preciso e spietato:
“Nella sua vita non cessò mai, in ogni occasione, nel bene e nel male, di proporsi, apparire, imporre con tutta la sua statura di uomo colto, ambizioso e prepotente la sua volontà nel perseguire i suoi scopi. Giureconsulto famoso e uomo politico emerse tra i nobili palermitani del ‘500 con il suo carattere risoluto e violento. Non gli mancava neanche la prestanza fisica, oltre ad una intelligenza vigile che faceva coesistere con la rudezza del cavaliere, una studiata compostezza del gentiluomo di corte.”
Al suo volere e alla sua autorità sono totalmente sottomesse la moglie Lucrezia e le due figlie Laura e Giovanna. La prima costretta ad un matrimonio di convenienza, studiato appositamente per accrescere il prestigio sociale ed economico della famiglia Lanza e la seconda figlia, costretta alla vita monacale. Laura viene data in sposa , contro la sua volontà, a Vincenzo La Grua rampollo di una blasonata famiglia di Palermo che risiede nello splendido castello di Carini, arroccato sulla costa settentrionale della Sicilia.
Anche Vincenzo schiavo del suo lavoro, della cura dei suoi affari e della continua scalata sociale diventa cieco e poco attento nei confronti della bella moglie e non sospetta il suo tradimento con Ludovico Vernagallo, il giovane cugino del marito, da sempre innamorato di lei.
“Ma a volte la vita è matrigna con noi e ci costringe a fare delle scelte che diventano dolorose, non solo per chi le fa, ma anche per coloro che le devono subire.”
Tra i salotti e le feste siciliane comincia a serpeggiare la maldicenza, si sussurra di questa insana passione tra i due. In principio gli amanti tentano di resistere e non cedere al loro amore per salvare l’onore di Laura, ma Ludovico ne resta schiavo. La madre di Laura, donna Lucrezia vive anch’essa il tormento della figlia ma è impossibilitata a porvi rimedio schiava del suo ruolo:
“Donna Lucrezia conosceva intimamente la sofferenza della figlia e ne soffriva forse quanto lei. Ma cosa poteva fare per cambiare un’usanza atavica di una società sorda e arrogante come quella di allora?”
Ludovico, dopo una dura lotta con se stesso, vinto dal suo folle amore per Laura la seduce non curante dei persistenti pettegolezzi e neanche delle conseguenze:
“Abbiamo visitato l’inferno, ci siamo dentro interamente ma concedimi, di tanto in tanto, di poter attingere qualche goccia fresca e berla insieme a te, fonte della mia vita.”
Così i due amanti sono costretti a pagare il fio della colpa, la loro insana passione merita un esemplare castigo agli occhi della società, Vincenzo La Grua non può sporcarsi le mani e decide di avvalersi del “delitto d’onore” in vigore fino al 1981 che prevede una piena assoluzione per il padre che punisce la figlia che si macchia di adulterio, studia quindi un piano per coglierli in flagrante e chiudere i conti una volta per tutte.
La baronessa di Carini è un romanzo storico con un quadro economico, politico e sociale ben definito nella Sicilia del pieno ‘500, una narrazione avvincente dal ritmo però un tantino lento, con una magnifica descrizione dei luoghi, degli usi e dei costumi del tempo e anche degli ambienti nobiliari e della forte divisione in classi sociali: la splendida vita tra balli e ricevimenti dei nobili blasonati contrapposta alla vita dei miserabili che lavorano nei campi. Un romanzo che vuole anche farsi portatore di denuncia dell’oppressione femminile che vigeva a quel tempo.
Il tragico epilogo ci riporta all’attualità del femminicidio con cui, ancora oggi, molte donne schiave del pregiudizio e di colpe inesistenti, devono fare i conti.
Fra le mura del castello di Carini è custodito ancora il mistero di questo brutale delitto è ancora visibile l’impronta della mano insanguinata della sventurata Laura che ha lasciato cadendo, sul muro cui si appoggia ferita a morte, testimonianza del suo sacrificio e quello del suo amante in nome dell’amore.
Dettagli prodotto
Editore: Bonfirraro (27 settembre 2016)
ISBN-10: 8862721358
ISBN-13: 978-8862721356
Link d’acquisto : Laura Lanza – La Baronessa di Carini