Trama
Mantova 1588. Un efferato sicario si muove sicuro all’interno di Palazzo Ducale. Agisce nell’ombra e attenta più volte alla vita del duca Vincenzo Gonzaga, ma al suo posto muoiono degli innocenti. Chi può volere la sua morte e perché? Un antico nemico dei Gonzaga deciso a chiudere un conto in sospeso? Qualcuno determinato a far desistere il duca dal prendere parte alla crociata contro i turchi? Intanto a Costantinopoli nell’harem del sultano la Favorita, con la complicità della giovane Neda, trama contro il sultano stesso. Solo il coraggio e l’acume di Biagio dell’Orso possono arrivare alla verità e trovare il mandante del sicario. Ma l’affascinante capitano di giustizia, in balia di un passato tornato a tormentarlo e oramai stanco dell’arroganza dei potenti, è diviso tra il senso del dovere e il desiderio di lasciare l’incarico presso i Gonzaga. Messo a capo della sicurezza del duca, viaggia con lui tra le corti di Venezia, Praga e Vienna, tra alchimisti, maghi e con il sicario sempre in agguato, mentre la sua relazione con la bella veneziana Rosa è messa a dura prova. E ciò che all’inizio era solo un sospetto diventa un incubo.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Senza quasi accorgermene eccomi giunto al terzo capitolo della serie di Biagio dell’Orso, l’affascinante capitano di giustizia di Mantova alla corte dei Gonzaga. I primi due libri “I leoni d’Europa” e “Le righe nere della vendetta” ci hanno fatto entrare in confidenza con Biagio e gli altri protagonisti, ma dopo il terzo libro mi sento quasi in famiglia. Se prima mi sorprendevo ad immaginarmi al tavolo di una locanda con il capitano di giustizia, adesso è come se iniziassi a ragionare come lui durante la lettura.
Le sue scarpe diventano le mie, la polvere che lui respira tra le strade di Mantova entra anche nelle mie narici, le dinamiche alla corte dei Gonzaga diventano famigliari.
In questo terzo capitolo, la minaccia si avvicina al Duca Vincenzo. Un sicario cerca in ogni modo di uccidere il Gonzaga, ma per quale motivo? E chi lo manda? Come in ogni giallo che si rispetti e come già avvenuto nei primi due libri, la Silvestrin è abile nel confondere le idee a Biagio e al lettore stesso, lasciando le diverse soluzioni aperte fino alle ultime pagine.
Se ne “I Leoni d’Europa” l’intrigo internazionale ci porta alle corti Inglesi e Scozzesi e ne “Le righe nere della vendetta” l’enigma affonda le sue radici circa 70 anni prima alla corte di Roma e successivamente a quella di Firenze, in questo nuovo libro raggiungiamo addirittura le porte dell’Oriente.
L’autrice dimostra, ancora una volta, un grande lavoro di ricerca dietro la stesura di questo giallo. Ci porta all’interno di un campo di battaglia, vivendo a stretto contatto con i soldati e nella dimora del Sultano di Costantinopoli dove scopriamo le condizioni di vita delle donne dell’harem.
Ecco dove sta la forza maggiore dell’autrice mantovana: hai in testa una serie con gli stessi personaggi coinvolti nel giro di una decina di anni, quale peggior rischio corri se non quello di risultare ripetitivo? La Silvestrin questo rischio lo ha annullato magistralmente. Le iniziali e misteriose morti su cui Biagio dell’Orso si trova ad indagare sono per lei solo il punto di partenza. La storia si sviluppa sempre su livelli più alti, come se la scena di morte in cui si imbatte il lettore nelle prime pagine fosse l’interruttore che anima il palcoscenico. Un palcoscenico che vede protagonisti intriganti, strutturati e caratterizzati al meglio. In men che non si dica il lettore si affeziona a loro: da Rosa, la compagna Veneziana di Biagio, e alla sua triste e difficile storia, a Marcello Donati consigliere Ducale Mantovano che si trova a dover operare tra l’incudine e il martello, un “cuscinetto ammortizzatore” tra due ingranaggi come il Vincenzo Gonzaga e il nostro capitano di giustizia.
I libri della Silvestrin non sono mai semplici gialli, ma complotti che coinvolgono varie corti d’Europa e non, personaggi più o meno in luce con i loro sotterfugi ed intrighi.
Una nota particolare la merita Neda, la ragazza che si vende al Sultano di Costantinopoli per far parte del suo harem e garantire una rendita alla propria famiglia. Questa figura femminile, così forte e decisa, assumerà un ruolo fondamentale in questa storia, illuminando con il suo acume il nostro capitano di giustizia verso la soluzione finale.
Infine, l’autrice in questo terzo capitolo introduce una coppia di “artisti di strada”, il mago Anubi e la figlia Estrella. Una “comparsata”, un’apparizione secondaria, un filo rosso che si annoderà al quarto capitolo delle avventure di Biagio dell’Orso che il nostro blog ha già avuto modo di leggere. Ne vedrete delle belle con questi due personaggi, ma non anticipiamo troppo. C’è già tanta carne al fuoco proposta dalla Silvestrin che dovete assaporare… sempre che non vi dimentichiate di mangiare, assorbiti completamente dalle pagine di queste avventure.
Copertina flessibile: 320 pagine
Editore: Scrittura & Scritture; Prima edizione edizione (8 ottobre 2014)
Collana: Catrame
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8889682728
ISBN-13: 978-8889682722
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