Articolo a cura di Hermann Von Salza
Non sono mai stato un fautore delle classificazioni, in special modo di quelle rigide e ancor di più in letteratura, che a mio avviso poco si presta alle operazioni di catalogazione.
Fatta questa necessaria premessa, che serve a sgombrare il campo da possibili dubbi su un eventuale universalità del mio personalissimo criterio di classificazione che andrò a illustrarvi nelle prossime righe, vi voglio fare partecipi di questa sorta di tassonomia bibliografica che uso per orientarmi nel vasto mare dei libri correlati alla storia.
Romanzo di ambientazione storica
Considero tale un romanzo che pur collocandosi in un generico periodo storico (ad esempio si può vagamente immaginare che sia ambientato nel XVIII secolo dagli usi e costumi) si astiene dal far interagire i propri personaggi di fantasia con personaggi realmente esistiti e allo stesso tempo i riferimenti temporali e spaziali sono altrettanto vaghi.
Thriller storico
Storia ambientata ai nostri giorni alternata o preceduta da un antefatto collocato in un passato (molto spesso assai remoto). Il tutto legato da un mistero/giallo da risolvere.
Romanzo storico vero e proprio
La storia è collocata in un periodo preciso, si lega indissolubilmente a fatti storici realmente accaduti, il più delle volte compaiono personaggi storici che interagiscono con quelli di fantasia.
Per ognuna di queste “categorie” considero che si possa adottare un metro di giudizio diverso per quanto riguarda la correttezza/coerenza storica. Se per la categoria che definisco romanzo di ambientazione storica mi accontento di una coerenza generica (se l’autore lascia intuire che il secolo in cui è ambientato è il XVI, mi accontenterò di non sentire sfrecciare auto o aerei nei cieli, ma non pretenderò l’accuratezza dei dettagli del mobilio e del vestiario).
Da un thriller storico (il cui scopo principale è quello della soluzione del mistero) mi aspetto molta coerenza proprio riguardo questo aspetto e chiedo che le inevitabili forzature che si fanno alla storia – quella con la S maiuscola – siano plausibili e verosimili (Se baso il mio romanzo su un fatto storico non posso stravolgerlo per piegarlo alla mia storia, ma devo agire laddove vi sia incertezza e quel che affermo non possa essere confutato dai fatti altrimenti rischio di togliere credibilità a tutto il romanzo il quale non deve essere vero ma credibile sì).
Dall’ultimo genere preso in considerazione, ossia il romanzo storico con una precisa datazione e interazione fra personaggi storici e personaggi di fantasia pretendo molto di più, i personaggi di fantasia devono essere plausibili e veri, se voglio il supereroe/la supereroina meglio che scriva un fantasy o un romanzo d’avventura. Per quanto riguarda poi i personaggi storici realmente esistiti devono essere coerenti con il vero personaggio non accetto ad esempio che un personaggio storico conosciuto che non era affatto innamorato della moglie la guardi con “occhi sognanti” solo per esigenze di romanzo (fallo innamorare di una sconosciuta è molto più plausibile).